fonte: Comitato Lavoratori delle Campagne
Ieri cinque foto e diverse scritte sono apparse sulle case, destinate ai lavoratori e alle lavoratrici immigrate ma ancora oggi vuote, di Contrada Serricella. Sono i volti delle ultime persone ammazzate da razzismo e sfruttamento nella tendopoli di San Ferdinando. Sekine Traoré, ucciso da un carabiniere nel 2016; Soumaila Sacko, ucciso da un italiano nel 2018; Becky Moses, Suruwa Jaiteh, Moussa Ba morti per gli incendi dell’ultimo anno. Ma la lista delle morti sarebbe ancora lunga. Sono tutte persone che avrebbero potuto vivere in una casa come quelle lasciate vuote, ma che scelte politiche razziste, sfruttamento e segregazione hanno costretto a vivere e morire nella precarietà. E nonostante le sue responsabilità in tutto ciò siano evidenti, il sindaco di Rosarno, Idà, cerca di nascondersi dietro deliri complottisti volti a mettere italiani e migranti gli uni contro gli altri. Lo sgombero della baraccopoli non ha fatto che aggravare questa situazione, lasciando ancora più persone senza un tetto. Non dimentichiamo, non perdoniamo. Case per tutte e tutti!