Traduzione da: La Chapelle Debout
I Gilets Noirs non dimenticano, non perdonano … ma abbiamo vinto.
I Gilets Noirs al Panthéon
i nostri prigionieri politici sono stati tutti liberati dopo 3 giorni di detenzione nel CRA di Vincennes.
Il movimento dei Gilets Noirs, nato a novembre 2018, lotta contro il razzismo e per dei documenti e delle case per tutte e tutti. Raggruppa oggi 50 foyers (centri statali di alloggio per gli/le immigrat* ndt.) della regione di Parigi e degli abitanti delle strade, in lotta per la loro dignità.
Venerdì 12 luglio, 700 Gilets Noirs hanno occupato il Panthéon per rivendicare i loro diritti, il diritto alla dignità, il diritto ad avere dei documenti e delle case per non essere più quotidianamente cacciatx dalle guardie. Questa azione s’inscrive nella campagna vittoriosa dei Gilets Noirs “Gilets Noirs cercano il Primo Ministro” lanciata il 19 maggio 2019 attraverso l’occupazione del terminal 2F dell’Aeroporto di Roissy Charles de Gaulle e l’occupazione della torre Elior alla Défense il 12 giugno 2019. Questi due primi colpi portati al sistema razzista di sfruttamento dei sans-papiers hanno mostrato che i Gilets Neri non avevano più paura. Perché donne e uomini rivendicavano questo venerdì, come ormai da qualche mese, la fine dell’umiliazione, della repressione, del razzismo.
Dopo molte ore di occupazione del Panthéon e i negoziati in corso con Matignon, i Gilets Noirs sono stati brutalmente repressx nonostante il commissario Marsan avesse assicurato una uscita negoziata senza violenza e senza controlli dei documenti di identità.
Sono stati circondatx dalla polizia dietro il Panthéon, in via Clotilde, e mentre molti solidali li stavano raggiungendo, tra i quali alcuni deputati, è stato dato l’ordine di picchiare alla cieca, di colpire e di rastrellare il maggior numero possibile di compagnx immigratx senza documenti.
Obiettivo: terrorizzarci, spexzare la lotta. gambe rotte, dita strappate, un coma di diverse ore. L’accerchiamento è stato rotto dai/dalle manifestanti di ogni nazionalità. I/le compagne hanno accompagnato i/le feritx all’ospedale assicurandosi che venissero visitatx. Noi abbiamo raccolto più di una ventina di certificati medici per fare denunce penali.
In questi ultimi tre giorni e notti abbiamo organizzato la difesa dei compagni. Lunedì 15 luglio e martedì 16 luglio 2019, i 15 Gilets Noirs reclusi nel CRA, centro di detenzione amministrativa, in vista della deportazione, sono stati tutti liberati grazie alla loro resistenza e alla mobilitazione.
Il vostro sostegno politico e finanziario ha permesso il lavoro di avvocatx che hanno reperito delle decine di violazione dei diritti fondamentali: controlli discriminatori, nessun traduttore o medici, nessun accesso all’acqua, al cibo o ai bagni, nessun avvocato e obbligo di restare nudi…
Non dimenticheremo tutto questo.
Sentenza: ancora una volta lo stato è illegale. Si trattava di un rastrellamento. Hanno voluto umiliarci, picchiarci, arrestarci. Ci hanno voluto deportare per farci abbassare la testa.
Da venerdì siamo sostenutx da gente normale, dei Gilets Jaunes, Act Up Paris, il comitato La verité pour Adama, Donne in lotta 93, Progetto20K e centinaia di persone hanno cominciato a riempire la cassa di solidarietà per la liberazione e la lotta dei Gilets Noirs, e a inviarci dei gesti di solidarietà internazionale con dei sit-in come in Germania, degli striscioni o dei comunicati di sostegno. Questa vittoria è anche la vostra, è quella di tutti e tutte contro lo sfruttamento, l’umiliazione e il razzismo di Stato.
Appena liberati i compagni hanno detto: “La sola forza che avevamo dentro il CRA era di essere dei Gilets Noirs. Ci riunivamo tutti nella stessa camera per discutere fino all’una di notte. Siamo entrati Gilets Neri e siamo usciti Gilets Neri”.
Ogni giorno nell’Ile-de-France, 50 immigratx subiscono controlli discriminatori, sono arrestatx e detenutx nei CRA per essere deportatx in prefettura quando escono di prigione, sui mezzi di trasporto della Gare du Nord, a lavoro a Rungis, quando vivono nelle loro abitazioni come Abdulaye, la mattina stessa dell’azione al Panthèon. Ieri, uno sconosciuto è morto in Rue de la Chapelle. Si è impiccato. Oggi uno dei nostri è stato arrestato andando a lavoro… deportato in applicazione del regolamento di Dublino.
I Gilets Noirs sono stati liberati perché erano dei militanti. Perché non erano soli, sono stati difesi dai/dalle migliori avvocatx. “Ogni volta che sentiamo che c’è un Gilets Noirs o un sans-papiers che soffre, siamo capaci di sollevarci in 1000 per andare a fare bordello laggiù. Perché non siamo più soli”.
La risposta si prepara!
La lotta continua!
Documenti e libertà per tutti e tutte ora!
I Gilets Noirs in lotta e il Collettivo La Chapelle Debout!