All’alba di oggi 26 agosto il quartiere di Exarchia ad Atene è stato circondato per una massiccia operazione di polizia che si è scagliata, ancora una volta, contro le numerose occupazioni abitative presenti nella zona, in continuità con i precedenti sgomberi di 5 squat avvenuti tra febbraio e aprile per ordine del governo di Syriza.
Centinaia di agenti dei reparti antisommossa, della polizia motorizzata, delle forze antiterrorismo, insieme a personale dei servizi segreti in azione su auto senza targa, hanno bloccato strade e piazze del quartiere, supportati dall’alto da un elicottero e alcuni droni.
Questa volta sono stati 4 gli spazi sgomberati, dove vivevano in autogestione centinaia di persone immigrate: Spirou Tripouki 15 e 17, Gare, Rosa de fok.
Le persone sono state rastrellate, mobili e masserizie distrutti e buttati nella spazzatura, porte e finestre murate.
143 persone immigrate, 57 uomini, 51 donne e 35 tra bambinx e minorenni, provenienti da Iran, Irak, Afghanistan, Eritrea e Turchia, sono state costrette a salire sui bus della polizia e portate nell’edificio di via Petrou Ralli dove ha sede il direttorato per l’immigrazione e un centro di detenzione.
Secondo fonti della polizia, 10 persone sono risultate senza documenti in regola e saranno imprigionate nei centri di detenzione per essere deportate, le altre segregate nei miserabili campi statali di accoglienza lontano da Atene, in attesa di una risposta alla domanda d’asilo.
Durante le operazioni di sgombero sono stati arrestati anche due compagni greci e uno francese, accusati di “disturbo della pace”.
Un’assemblea degli altri spazi occupati è stata subito convocata alle 18 presso lo squat Notara 26 a Exarchia, dove da giorni ogni mattina si svolgono presidii antisgombero. Più di mille persone si sono mosse in corteo stasera per le strade del quartiere fronteggiando la polizia, ancora presente in forze vicino agli edifici sgomberati.