Nel CPR di Palazzo San Gervasio in provincia di Potenza i tentativi delle persone recluse di guadagnarsi la libertà sono continui.
Proteste, rivolte, tentativi di evasione e fughe riuscite sono all’ordine del giorno, tanto da rompere il muro di silenzio e isolamento che avvolge questi lager.
Questa volta è costretto a parlarne il sindacato di polizia aderente alla CGIL, preoccupato delle condizioni in cui lavorano i suoi iscritti, preposti alla repressione nel campo di concentramento. In un comunicato pubblicato ieri così descrivono la situazione nel centro di detenzione:
“Ricordiamo che l’intera struttura è all’aperto e quindi esposta a tutte le variazioni climatiche. Gli stessi ospiti, divisi tra loro da basse recinzioni che scavalcano agevolmente, passano le giornate sui tetti, cercando un minimo di segnale telefonico
(n.d.r. gli ospiti hanno i propri telefoni cellulare) e quando sono stanchi di sopportare i disagi del
centro, scavalcano e lo lasciano.
Negli ultimi giorni oramai sembra che l’allontanamento arbitrario dal centro sia una pratica diffusa.
Alcuni ospiti impegnano la forza presente con un lancio di oggetti, spesso i cornicioni della
struttura, obbligandola a disporsi in assetto antisommossa mentre i loro complici lasciano il centro”.
Il più recente episodio sarebbe avvenuto la notte del 18 settembre, con un ennesimo tentativo di fuga collettiva represso dall’intervento della polizia in assetto antisommossa.