Ancora una volta le lotte delle persone recluse nei lager riescono a rompere il muro di isolamento che circonda questi luoghi. Nei giorni scorsi rivolte, danneggiamenti, resistenze alle deportazioni ed evasioni sono avvenute in Sicilia nei CPR di Trapani Milo e Caltanissetta Pian del Lago.
A Trapani una rivolta ha danneggiato due aree della struttura e alcune persone sono riuscite a fuggire. Il giorno 30 settembre i gestori hanno dovuto rilasciare una quindicina di persone, con l’ordine di lasciare il territorio dello Stato italiano entro sette giorni. È possibile che questo rilascio sia collegato proprio alla indisponibilità di posti nelle aree rese inservibili dalla rivolta. Qualche giorno prima, il 26 settembre, la prefettura aveva assegnato la gestione per 5 mesi del CPR alla cooperativa Badia Grande, per un importo di 491.000 euro.
Oltre che a Trapani, anche nel CPR di Caltanissetta una rivolta è stata “contenuta con enorme rischio, fatica e professionalità dal personale dell’XI Reparto Mobile di Palermo divenuto, nelle circostanze, bersaglio di oggetti contundenti e suppellettili risultanti dai danni materiali alle strutture dei Centri in argomento da parte dei facinorosi”, come riporta il comunicato di un sindacato delle guardie.
Nei due lager siciliani ogni giorno vengono condotte soprattutto persone di origine tunisina, appena sbarcate autonomamente a Lampedusa o nell’isola, così come quelle catturate durante vere e proprie operazioni di caccia all’uomo quando le persone riescono ad allontanarsi dai luoghi di sbarco.