Traduzione da: A bas les CRA
“Nel CRA, l’infermeria è una macelleria.”
Il CRA è una macchina per uccidere. Lottiamo affinché la morte di Mohammed, prigioniero nel CRA di Vincennes, non venga dimenticata.
Venerdì 8 novembre un recluso è morto nel centro di detenzione di Vincennes. Si chiamava Mohammed e aveva 19 anni. È stato rinchiuso per 28 giorni. Al mattino, i suoi compagni detenuti lo hanno scoperto tra la vita e la morte nel letto. Questi ultimi parlano di una overdose causata dalla somministrazione di un cocktail di farmaci. Quando hanno chiesto aiuto, gli sbirri ci hanno messo un sacco di tempo per intervenire. Alla fine è stata chiamata un’infermiera, per mancanza di un medico sul posto, e i pompieri hanno impiegato mezz’ora per arrivare, troppo tardi. La procura di Parigi ha “aperto un’indagine sulle cause della morte” e la stampa si è affrettata a dire che si è trattato di un mix di farmaci e stupefacenti.
Ma dove avrebbe trovato queste medicine? quindi non sono stupefacenti? All’ingresso del CRA ai reclusi viene sequestrato tutto e messo in una cassetta di sicurezza. I suoi compagni denunciano la responsabilità dei medici del centro, sono loro che hanno somministrato questo cocktail avvelenato: “L’infermeria è una macelleria, non un’infermeria”. Sostengono che ogni giorno Mohammed riceveva dall’infermeria delle pillole di valium, tramadolo e altri sonniferi (pillole colorate). Uno dei suoi compagni detenuti ha detto di averlo trovato regolarmente in pessime condizioni dopo aver assunto i farmaci dati dai medici:
“Il dottore dà sedativi, li spara a tutti e dopo può andare a letto. Nel centro di detenzione i prigionieri sono trattati come matti, è un HP (un ospedale psichiatrico ndt.), non un centro di detenzione. Ogni giorno ci chiamano “vieni a prendere la tua medicina”. E le persone corrono nello stato in cui si trovano.
Spesso all’interno ci viene detto che i medici somministrano sedativi e tranquillanti al momento della deportazione e prima che i reclusi siano portati davanti al giudice, in modo che rimangano calmi. Il giorno dopo la sua morte, Mohammed doveva presentarsi davanti al giudice delle libertà. Il giorno prima, ai suoi compagni detenuti, aveva detto che non sarebbe sopravvissuto per altri 30 giorni di reclusione.
Il CRA è un luogo di confinamento in cui i prigionieri sono costantemente spinti al limite. Tutto porta alla loro distruzione fisica e psicologica. Oltre al confinamento, la violenza delle guardie è quotidiana. Dall’interno, ci viene raccontato della violenza subita da Mohammed, così come da tutti gli altri:
“Il giorno prima della sua morte, stava ancora soffrendo [parlando di Mohammed], è stato strangolato dagli sbirri. Ogni giorno vediamo prigionieri con dei lividi, tracce di colpi”.
“Qui vedo cose che non ho mai visto, l’altro giorno ero seduto con un ragazzo; aveva mal di pancia, chiamo gli sbirri, “Qui c’è qualcuno che non sta bene”, lo sbirro mi guarda con un piccolo sorriso “È morto, sta respirando?”
Le cosiddette morti accidentali nei centri di detenzione sono tutt’altro che rare. Questa è la seconda morte che ha luogo a Vincennes in tre mesi. Il 19 agosto, un prigioniero di nazionalità rumena è stato trovato morto nella sua cella. Secondo i media, la sua morte sarebbe dovuta a droghe, i reclusi parlano invece di un sovradosaggio di metadone. In questo caso, al momento della scoperta del corpo, i prigionieri erano stati portati fuori dall’edificio per ore, in modo che nessuno sapesse davvero cosa fosse successo.
Quando si tratta di una persona morta, devi nascondere, dissimulare, cancellare tutto. Oggi i compagni di Mohammed temono che, ancora una volta, la polizia farà di tutto per insabbiare il caso. Chiamano a mobilitarsi per Mohammed, in modo che non venga dimenticato.
Crepare in una CRA non è mai un incidente: è a causa della violenza delle guardia, della mancanza di cure, della reclusione, è lo stesso CRA che produce queste morti. In questo caso, i medici sono chiaramente pericolosi e responsabili perché mettono nelle mani dei reclusi un vero e proprio veleno.
L’Assemblea contro il CRA e il collettivo delle persone senza documenti Paris 1 convocano un incontro pubblico mercoledì 13 novembre alle 18h, al CICP (21ter rue Voltaire).
Non lasciamo che questa ennesima morte passi inosservata. Solidarizziamo con i/le reclusx, organizziamo la lotta all’esterno.
Il confinamento delle/degli stranierx e i confini uccidono.
Abbasso il CRA!