Belgio – Tentativi di evasione e resistenze nei centres fermés

fonte: Getting the Voice Out

Ci sono arrivate innumerevoli richieste di aiuto e notizie di atti di disperazione e resistenza nei centres fermés (CPR).

Resistenza alle espulsioni e deportazioni:

Molte persone migranti vengono espulse nel primo paese europeo di arrivo (in base al regolamento di Dublino), poi ritornano o riprendono la loro rotta migratoria.
Altre persone che devono essere rimpatriate nel loro “paese d’origine” rifiutano con forza e sono soggette a gravi violenze da parte della scorta della polizia durante i loro tentativi di deportazione.
Non passa settimana senza testimonianze di tentativi di deportazione estremamente violenti, sempre accompagnati da commenti razzisti e umilianti da parte delle guardie.

L’ultima, il 9 dicembre 2019: “È stata portata con la forza nel primo pomeriggio, è stata messa in cella da 4 poliziotti e 2 poliziotte. Entrambe le donne sono rimaste in cella. E’ stata spogliata e poi legata. Prima di salire sull’aereo, è stata colpita. Una volta sull’aereo, ha urlato e pianto, e i passeggeri hanno reagito. Alla fine è scesa dall’aereo e ha subito ulteriori violenze, anche su una mano che già le faceva male.
La polizia le ha detto che in Belgio non c’era abbastanza spazio, che si trattava di un piccolo paese e che doveva andarsene.»

Piccoli gruppi di persone che ospitano immigratx senza documenti e attivisti si organizzano per andare all’aeroporto ad avvertire i passeggeri della presenza di una persona deportata sul loro aereo, quando ne vengono a conoscenza. I/le passeggerx di solito si oppongono con forte determinazione alle espulsioni.

Tentativi di evasione:

14/10/2019 a Vottem :
Intorno alle 14:00 dello scorso martedì due detenuti hanno cercato di fuggire scalando le recinzioni, il primo è stato fermato dalle guardie, il secondo è riuscito a salire ma è caduto da un’altezza di 5 metri. E’ stato portato in ospedale, gravemente ferito.

22/11/2019 al centro 127 bis:
Un uomo ha cercato di scavalcare le recinzioni. E’ stato catturato e poi trasferito. Abbiamo perso le sue tracce.

Testimonianza di un visitatore: “Mamma mia, che stress e dolore nel piccolo cuore… Seduto in sala d’attesa, simpatizzando con i due giovani visitatori del nostro simpatico studente brasiliano (a cui è stato rifiutato il visto di studente quando è al secondo anno di architettura, che è qui da 17 anni, che parla 4 lingue…. e che alla fine ha deciso di firmare i suoi documenti per il ritorno volontario), vediamo la porta che di solito usiamo per entrare nella sala di controllo (metal detector, armadietto per mettere tutti gli effetti personali), più di venti guardie in preda al panico, che corrono fuori con forti grida, sguardi preoccupati, contatti radio… Uomini e donne corrono per raggiungere il passaggio intorno al cortile, verso l’angolo della prigione (eh sì, è un centro chiuso, non una prigione si sa!) che conduce alla carreggiata. Il detenuto ha cercato di saltare oltre le enormi recinzioni (potete immaginare la disperazione? Non c’è modo di fuggire da lì). Si è ritrovato nel corridoio, non è riuscito a passare il secondo recinto ed è stato catturato. Li ho visti tornare tutti, il tizio con i due ragazzi forti, diretto verso la buca, senza dubbio. Volevo incrociare i suoi occhi, mettere la mia mano sulla finestra e dirgli che ero con lui, ma lui non mi ha visto. Mi ha strappato il cuore questo ragazzo pronto all’impossibile nonostante i rischi di repressione, una punizione ancora più severa della privazione della libertà e la promessa di rimandarlo in un paese dove
non vuole andare.

Tentativi di suicidio:

Vottem 28/11/2019 :
Un uomo si è tagliato i polsi stamattina dopo aver saputo che sarebbe stato espulso il giorno dopo. E’ stato portato dentro e abbiamo perso le sue tracce.

Vottem 11/11/2019 :
Un uomo a rischio di espulsione ha ingoiato tutti i sonniferi degli ultimi 15 giorni contemporaneamente. E’ svenuto.
E’ stato ricoverato in ospedale e poi rilasciato.

Holsbeek 25/10/2019
Una donna, disperata per essere stata separata dai suoi figli in vista diell’espulsione, si è taglia i polsi. E’ stata portata in ospedale e poi riportata al centro dopo aver ricevuto le cure.

127bis 01/12/2019
Messaggio ricevuto da un altro detenuto:
– 2 o 3 settimane fa un afgano ha ricevuto un biglietto per la Polonia. Sapeva che se fosse tornato in Polonia, sarebbe stato messo in carcere per due anni e poi deportato in Afghanistan. Disperato, si è poi tagliato le vene 3 o 4 volte con una lama di rasoio. E’ stato mandato in ospedale ma da allora è tornato al centro.
– 4-5 giorni fa anche un uomo si è tagliato con una lama di rasoio. E’ stato mandato in ospedale e non è tornato. I suoi compagni di cella non sanno cosa gli è successo.

Scioperi della fame:

Molti detenuti hanno iniziato scioperi della fame e/o della sete, che rappresentano a volte l’unico modo per far sentire le loro richieste.
Alcuni mantengono la loro azione nonostante le difficoltà e i pericoli per la loro salute.
Dopo una decina di giorni circa, a volte vengono messi in isolamento medico, ma il più delle volte in una vera e propria prigione senza alcun controllo medico. Alcuni scompaiono o vengono espulsi, altri finiscono per essere rilasciati dopo diverse settimane.

Questi casi citati sono solo quelli che ci sono stati segnalati, ma siamo convinti che, viste le pressioni dell’amministrazione dei vari centres fermés a non divulgare queste informazioni, questi atti sono purtroppo molto più numerosi, così come le deportazioni forzate con scorta che avvengono nel più completo anonimato e silezio almeno due volte al giorno!

NoAuxCentresFermés NoCpr
Stopdeportations

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