Wuhan: stato di emergenza epidemico. Testimonianze dal “caos sistemico” e cronologia

Dopo alcune riflessioni sui provvedimenti politici e sociali attuati dalle istituzioni italiane per contrastare l’epidemia, ci sembra interessante dare spazio a testimonianze dirette dalla Cina.

Traduzione da: Lundi.am

pubblicato da lundimatin#231, il 24 febbraio 2020

Da dicembre 2019, un’epidemia, che sarebbe iniziata dalla città di Wuhan, si propaga in Cina, generando un caos immenso, sconvolgendo la vita della popolazione e decimando intere famiglie. Lontano dai discorsi mediatici freddi e basati sui numeri, spesso venati di un fascino morboso, che hanno scatenato in Francia e non solo un razzismo sinofobico, lontano dalla propaganda della “gestione della crisi”, un progetto collettivo è stato creato per tradurre testimonianze, diari di bordo e articoli scritti in Cina nelle ultime settimane. Questo progetto è nato dall’iniziativa di un gruppo di studenti cinesi in Cina e della diaspora, che hanno messo su una piattaforma di traduzione collaborativa online, in diverse lingue.

Pubblichiamo in quattro episodi un insieme di brevi testimonianze anonimizzate (1), diari di bordo scritti da diversi abitanti delle città “sotto assedio” (2) e due articoli scritti da intellettuali cinesi recentemente arrestati dalle autorità: una “Lettera aperta per le dimissioni di Xi Jinping” dell’avvocato e militante Xu Zhiyong, arrestato il 15 febbraio (3), e l’articolo-saggio “Quelli che sono arrabbiati non avranno mai più paura” dell’intelletuale Xu Zhangrun, agli arresti domiciliari da metà febbraio (4).

Queste traduzioni mirano a fare sentire le voci silenziate dal discorso di “esperti” o “intellettuali” in Occidente, di uscire dalle informazioni diffuse e controllate dallo Stato cinese, di ascoltare quello che hanno da dire le persone che subiscono la gestione sanitaria e securitaria estremamente repressiva in atto.

L’epidemia ha permesso al governo di instaurare uno stato di emergenza severissimo (vedi cronologia del primo episodio) – hanno sottolineato più attivistx cinesi – giustificando così le misure di detenzione, isolamento e arresti (1xx).

Volevamo inoltre sottolineare il fatto che non c’è “nulla di strano”, nonostante quello che diversi articoli e dei tenaci stereotipi possono lasciare pensare, nel fatto che delle persone reagiscano e si organizzino contro il potere in Cina, come nel resto del mondo. È impossibile ignorare tutti i movimenti sociali, scioperi e movimenti cittadini in Cina, come anche tutte le forme di resistenza multipla, attuali e storiche, nel paese (2xxx).

Testimonianze del “caos sistemico”组织性失序  e cronologia

L’espressione “caos sistemico” è utilizzata dall’intellettuale Xu Zhangrun per indicare la politica del governo cinese. Qui le testimonianze trattano in particolare la situazione negli ospedali e l’atteggiamento delle autorità a tutti livelli, nella provincia di Hubei e in particolare a Wuhan.

Fonte delle testimonianze: screenshot selezionati e raccolti da studenti cinesi sulla piattaforma di traduzione condivisa.

Ricordiamo alcuni fatti e date alla fine dell’articolo in modo da poter mettere in prospettiva queste testimonianze (cronologia non esaustiva).

Nota bene: in cinese i termini “polmonite di Wuhan” (武汉肺炎) o « epidemia di Wuhan » (武汉疫情) sono molto usati per indicare il “virus”.

Personale medico

“Non abbiamo più abbastanza materiale di protezione per le persone che lavorano a contatto con i malati. La commissione di salute e il governo non fanno assolutamente nulla, dobbiamo oltrepassare la loro autorità e chiedere direttamente alla società civile di aiutarci. Inoltre, il personale medico non riesce a venire fin qui [a causa delle strade bloccate e del blocco dei trasporti pubblici] e il governo non propone né di ospitarli né di procurargli un mezzo di trasporto. Quindi siamo costretti a gravare del tutto su delle associazioni o dei gruppi di autisti volontari per andare al lavoro. Sembra di vivere in una totale assenza di governo, mi sento completamente perso.”

Personale medico

Non c’è nessuno per dirigere l’ospedale, il materiale e l’attrezzatura scarseggiano. Non abbiamo mangiato nulla in tutto il giorno. Nessuno è venuto a prendere i corpi delle persone che sono morte. Hanno tagliato l’accesso a Internet e perfino la rete. Se diamo le dimissioni, ci toglieranno la nostra licenza medica [il documento che ci permette di esercitare la nostra professione di medici]. Chi cazzo fa questo genere di cose? Ora mia moglie, mia sorella e i miei colleghi sono tutti esausti… Il medico che avete visto su un video online – mentre il direttore dell’ospedale se ne tornava a casa per le feste – lui lavora nel pronto soccorso dell’ospedale numero 5 di Wuhan! So che state tutti festeggiando il nuovo anno in questo periodo, ma quello che sto dicendo riguarda tutti. Non ho bisogno di sentirmi dire “forza Wuhan” [Wuhan jiayou], ho bisogno che tutto il paese sappia quello che accade davvero a Wuhan.”

Personale medico

“Non ce la faccio più. Il nostro reparto in ospedale è zeppo di malati, ed è pieno ventiquattro ore su ventiquattro. I malati si inginocchiano per supplicarci di salvarli. Ma non abbiamo nulla, e non abbiamo medicine per curare questo virus. L’unico modo di sopravvivere è affidarsi al proprio sistema immunitario. Abbiamo esaurito le attrezzature di protezione, niente vestiti, niente mascherine, niente guanti, niente occhiali, niente di niente. Tutto è finito, lavoriamo senza niente.

Personale medico

“Diversi infermieri stanno piangendo. Anche il capo piange. Piangiamo e non riusciamo a controllarci. Francamente, sarebbe meglio morire. Che cosa possiamo fare? L’unica è la rivolta. Non abbiamo più né la forza né i mezzi umani e materiali di fare qualcosa. Non possiamo più farcela”.

Volontario di distribuzione alimentare, anonimo, 26/01

“I medici dell’ospedale di Jin Ying Tan non hanno mangiato nulla per tutto il giorno. Ora sono costretti a chiedere a gruppi della società civile come il nostro di fargli dei doni alimentari. Potete crederci? Io non riesco a crederci, eppure non posso fare altro. Quello che so, è che alcuni medici o infermieri non mangiano perché non vogliono togliere la loro attrezzatura di protezione. Devono fare i conti con una tale penuria che se la togliessero non la ritroverebbero. Abbiamo appena contattato l’ospedale e stiamo per inviargli pacchi di cibo istantaneo. L’atmosfera perfetta per andare a vedere il “Gran Gala del capodanno cinese”! La gente fuori da qui non puo’ neanche lontanamente immaginare quello che stiamo vivendo a Wuhan, e in quanta disperazione siamo immersi. Ci sono persone malate sdraiate per terra, che stanno morendo, e non c’è nessuno che li possa salvare, perché ci manca tutto, non abbiamo più nessun tipo di attrezzatura. Quando ho visto gli slogan del tg, mi è venuto da ridere. Non possiamo fare altro che contare su noi stessi, è l’unica cosa che possiamo fare. Un paese così vasto e così potente, eppure l’unica cosa che riescono ad attuare, è il Gran Gala di capodanno…” [3]

[Utente anonimo di internet 26/01]

«Una persona della mia famiglia sta lavorando in ospedale, sta lottando contro l’epidemia in prima linea. Ma negli ospedali sta accadendo che i quadri si stanno appropriando di una parte delle scorte di attrezzature [le mascherine] per il loro uso personale, e li rivendono anche a peso d’oro, di nascosto, fuori dall’ospedale. Gli altri quadri si nascondono nei loro uffici, non escono e non si avvicinano ai malati. Inoltre, usano cosidette questioni “etiche” o “politiche” per mettere a tacere e fare pressione sul personale in prima linea. Quel personale che lavora giorno e notte senza protezione, a contatto diretto con le persone infette dal virus. Ogni volta che uno di loro cade [che un membro del personale contrae il virus], radoppia la carica di lavoro per quelli che rimangono. Siccome sono vicino a persone che lavorano in queste condizioni, non posso non essere immerso in una tristezza e in un terrore immenso, ho paura per loro ogni giorno. Capisco bene che di questi tempi, fare questo genere di lavoro, è assolvere un dovere nei confronti della società. Ed è il motivo per cui li incoraggio come meglio posso. Ma spero sinceramente che una volta finita l’epidemia, i dirigenti non se la caveranno così facilmente. Questa gente [i capi, i dirigenti], altezzosa, quelli che si pavoneggiano in completo e scarpe in pelle, questi sedicenti “eroi” che combattono l’epidemia, hanno mascherato l’assassinio di medici e infermieri “in prima linea”. Il personale medico è stato sacrificato, e ne sono colpevoli. Mi piacerebbe che un’indagine fosse aperta, afinché questo tipo di cose non accadesse mai più. Non sopporto l’idea che i veri eroi, quelli anonimi, siano stati attaccati da tutti i lati».

[Utente anonimo di internet]

« Questa sera a Simenku [un quartiere di Wuhan], ero per strada, e c’era solo un’altra persona oltre me, un anziano signore che differenziava dei rifiuti. […] Alle diciasette e trenta, qualcuno si è buttato dal ponte. Prima di buttarsi, piangeva e urlava. Erano grida tristi, disperate. Le sue grida e le sue urla rieccheggiavano nella strada così deserta e calma. Quello che gridava era: «Ho contratto il virus e non posso stare a casa per paura di contaminare la mia famiglia, e in ospedale non ci sono più letti; ho affittato una stanza da un’altra parte, ma non ci sono mezzi né nessun modo per recarsi in ospedale, bisogna camminare chilometri, e non ce la faccio più. Il mio corpo è si è indebolito troppo. Non ho niente da mangiare. Vivere è peggio della morte». Si è buttato […] Stavo per chiamare la polizia quando una pattuglia è arrivata e si è avvicinata […] Mentre mi allontanavo, la polizia mi ha ripetuto più volte: non deve pubblicare questa informazione online. Allora, con gli occhi pieni di lacrime, ho sorriso.»

[utente di internet, tramite video]

« Quello che accade a Wuhan si svolge secondo strategie ben definite, ma in realtà coinvolge cittadini comuni. La mia famiglia, i miei genitori, aspettano la morte a casa, e in alto non gliene importa nulla di quello che ci sta succedendo. Anche se hai dei soldi, non potrai comprare medicinali [non ci sono], non potrai avere un letto in ospedale [non ci sono più], quindi si, gli abitanti di Taiwan vogliono la propria indipendenza e io li sostengo, gli abitanti di Hong Kong, la gente del Xinjiang, io li sostengo tutti. Con i misfatti del Partito Comunista, la corruzione del potere, la società crudele, nessuno ha il diritto di esprimersi liberamente, nessuno! Se qualcuno prova a parlare, la polizia arriva e lo “invita a bere un tè [perifrasi usata dal potere per dire “interrogare”], o peggio, verrà imprigionato dieci o vent’anni, controllano tutte le leggi, non possiamo dire nulla. Persino un avvocato sarà inutile; anche gli avvocati verranno fermati se provano a fare il loro lavoro; non potranno dire nulla, il regime non gli lascerà dire la verità.

Voglio dirvi che se una persona si sacrifica e poi un’altra, è a questo prezzo che si farà la rivoluzione. Voglio alzarmi, mi alzero’ alla luce del sole, voglio sacrificarmi, per i miei genitori, per la mia famiglia, perché un giorno si possa vivere liberamente. Ho deciso di parlare, so che è pericoloso, ma non ce la faccio davvero più. Non ci sono medicinali né posti negli ospedali, non c’è assolutamente nulla. Tutto quello che racconta la televisione CCTV al tg è del tutto falso! Voglio parlare, per me, per la gente di Wuhan, per la gente di questo paese! […] Dobbiamo resistere».

CRONOLOGIA

30/12 : il medico Li Wenliang 李文亮 tenta di avvertire (invano) colleghx e studenti della presenza di un virus respiratorio di tipo SRAS

23/01 : diverse città di Hubei, tra cui la città di Wuhan, sono ufficialmente chiuse dalle autorità e i loro abitanti posti in quarantena (senza prova, ad oggi, dell’utilità di queste misure); numerose case e ingressi di palazzi sono bloccati e le strade chiuse (mettendo in pericolo numerose persone e provocando difficoltà di accesso al cibo, alle cure, etc.); il governo parla di una ventina di morti del virus [dati ufficiali]

28/01 : numerosi governi (in particolare quelli di Trump e Macron) e il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità «si congratulano» con il governo cinese per la sua « gestione » dell’epidemia e per le « misure straordinarie  » adottate per fermare la sua propagazione

Inizio febbraio : Cinesi della diaspora o persone di origine cinese (in particolare in Francia, in Italia e negli Stati Uniti) lanciano l’hashtag « non sono un virus » ripreso in mandarino #我不是病毒per lottare contro l’avanzata di un razzismo anti-asiatico ostentato

04/02 : l’avvocato e militante Xu Zhiyong 许志永 [uno dei fondatori del «movimento cittadino» (新公民运动) nel 2012] pubblica il testo « Chiedo le sue dimissioni » (劝退书) chiedendo che Xi Jinping rassegnasse le dimissioni

06/02 : arresto dell’ex avvocato Chen Qiushi 陈秋实, che si era improvvisato « giornalista cittadino » per filmare e testimoniare sulla situazione a Wuhan [per altre informazioni, vedi i suoi social]

  • Da fine gennaio ha incontrato e seguito pazienti nello Hubei, ha visitato e filmato le sale d’aspetto delle cliniche e degli ospedali; aveva definito il ruolo, secondo lui, del « giornalista cittadino», come un ruolo di veglia documentaria e d’informazione della popolazione; era stato bandito dai social cinesi dopo i suoi video sulle manifestazioni a Hong-Kong
  • In un video pubblicato il 27 gennaio: « l’esplosione delle due epidemie, la SRAS nel 2003 e la “polmonite di Wuhan” nel 2020, è dovuta alla dissimulazione dei fatti, alla chiusura dell’informazione… Non si possono riprodurre gli stessi errori. Dobbiamo, come minimo, diffondere le informazioni. Vinceremo se l’informazione si propaga più velocemente del virus »
  • In un video pubblicato il 30 gennaio: secondo lui, il suo nome e le sue iniziali sono stati banditi dai social, cosi come il suo viso, e chiunque condivide i suoi video vedrà il suo account WeChat cancellato; secondo lui, è vietato al personale medico – su ordine delle autorità – di parlare ai giornalisti o alle persone esterne, e i loro telefoni sono stati confiscati; le otto persone accusate di « diffusione di voci e di bugie » erano tutti medici che avevano lanciato l’allarme sui social; ci sono molte reti di mutuo aiuto volontario che si sono create, alcuni per trasportare, altre per caricare e scaricare le consegne; gli operai del sito di costruzione dell’ospedale di Huoshe Shan sono esausti, lavorano a volte per 24 ore di fila; « non serve neanche più andare in ospedale, non ci sono né test né letti disponibili»; spiega che delle persone sono state punite ingiustamente, senza scuse da parte delle autorità, per aver parlato di casi simili alla SARS» già a dicembre; spiega inoltre che i giornalisti non sono autorizzati a realizzare reportage o indagini; alla fine del video, spiega di aver ricevuto chiamate dalla polizia, « ho paura, davanti a me c’è l’epidemia, dietro di me ci sono le autorità e l’amministrazione […] non ho neanche più paura di morire, ho ancora paura di voi, il Partito? ». [ video integrale del 30 gennaio di Chen Qiushi, con sottotitoli in inglese ]

07/02 : la Cina avrebbe rifiutato l’invio di missioni straniere di esperti di medicina in Cina; a questo punto, numerosi rapporti evidenziano che l’epidemia si propaga in realtà da fine dicembre, che le autorità hanno dissimulato i casi e che il governo nasconde i dati reali

07/02 : decesso del medico  Li Wenliang 李文亮 che aveva provato ad allertare (aveva mandato un messaggio il 30/12 sui social per avvertire di più casi che somigliavano alla « SARS », e aveva provato invano a far reagire le autorità; il 3/01 era stato arrestato dalla polizia e obbligato a riconoscere che aveva diffuso delle «informazioni false», era poi stato minacciato più volte. È deceduto dopo aver contratto a sua volta il virus dai suoi pazienti)

08/02 : dopo la morte di Li Wenliang, un’immensa ondata di contestazioni e di malcontento popolare si scatena sui social

  • Gli utenti di internet commentano, « non siamo più sicuri di poter vivere, quindi perché continuare ad avere paura?» La morte del medico ha suscitato molta rabbia e incoraggiato gli utenti a parlare. Il movimento di presa di parola è sostenuto dai movimenti anti-Pechino di Hong-Kong e Taïwan che rilanciano e archiviano in modo massiccio i video e i post
  • Gli utenti evocano l’articolo 35 della Costituzione (che dovrebbe garantire la libertà di espressione)
  • Ad oggi, l’Associazione Difensori dei Diritti Umani in Cina (CHRD) ha documentato 350 arresti di persone, « accusate di aver diffuso voci e informazioni false online » : elenco completo delle persone arrestate e motivi degli arresti, in data 07/02, in cinese
  • I comitati di censura avrebbero forzato diversi media a cancellare articoli o parti di articoli (fonte: CHRD); è vietato al personale medico condividere informazioni

9/02 : il numero di morti del virus [secondo i dati ufficiali del governo cinese] ha superato il numero di morti per SARS

10/02 : arresto di Fang Bin 方斌, che aveva girato diversi video dall’inizio dell’epidemia per allertare e che si era improvvisato a sua volta “giornalista cittadino” ; i suoi account sui social erano stati bloccati dalla censura e agli arresti domiciliari da diversi giorni.

  • L’08/02, aveva detto in uno dei suoi video, a proposito del governo: « il potere li ha resi arroganti, il denaro li ha resi avari; sono diventati del tutto insensibili… Molti amici mi hanno pregato di non parlare di loro, mi hanno detto di smettere di parlare di “dittattura”, di smettere di parlare di restituire il potere al popolo… Mi hanno detto che la mia sicurezza era in gioco, cosa che è probabilmente vera. Tuttavia sono riuscito a sollevare il coperchio di quello che nascondevano e a mostrarlo al mondo intero […] io non posso non parlare, perché anche se non mi fanno niente, a me, lo faranno, a voi »
  • In un altro video diceva: « aspetti ancora? Fino a quando aspetterai? Supplichi? Ma otterai quello che vuoi? Ti inginocchi? Ma più ti inginocchi più lui [il Partito Comunista] ti ignorerà, al contrario ti farà soffrire, ti distruggerà. L’insieme dei miei concittadini cinesi, poco importa la loro classe sociale, sono stati perseguitati e ridotti in schiavitù, da questo regime marxista-leninista demoniaco, da questo regime totalitario crudele, poco importa chi sia e quale sia la sua classe sociale…Poco importa se è un generale militare o un commandante, non cambia niente! Se decidono di imprigionarlo, di ucciderlo, di prendere i suoi beni, lo faranno. Poco importa se è un sindaco o un prefetto, che parli come un grande dirigente su un palco un giorno, l’indomani puo’ essere fermato, interrogato, messo in disciplina o in carcere […] Chi si sente al sicuro ? […] Nessuno è al sicuro, tutti hanno paura. Sotto questo regime crudele e violento, tutti hanno paura. Guardate la forza che abbiamo insieme. […] Poiché la speranza è già stato acceso, non bisogna assolutamente lasciarlo spegnersi ».

11/02 : diversi decreti di emergenza permettono alle autorità, in particolare nel Guangdong, di confiscare le proprietà per lottare contro l’epidemia; secondo i dati ufficiali, ci sarebbero circa mille morti

13/02 : per salvare la faccia, il governo centrale licenzia i dirigenti della città di Wuhan

15/02 : arresto di Xu Zhiyong a Guangzhou; è accusato di aver organizzato e partecipato a una riunione con altri militanti a Xiamen, lo scorso dicembre; era stato incarcerato dal 2013 al 2017; gli altri partecipanti alla riunione, in gran parte militanti dei diritti umani o avvocati, sono stati arrestati a loro volta

16/02 : l’intellettuale Xu Zhangrun 许章润 sarebbe agli arresti domiciliari e sorvegliato, con il divieto di contatto con i suoi familiari, i suoi account sui social sarebbero stati bloccati; aveva pubblicato il testo « Quelli che sono arrabbiati non avranno mai più paura» (愤怒的人民已不再恐惧)

18/02 : numerosi video girano [vedi i contenuti sui siti o gli account Twitter del CHRD (人权捍卫者) e del CRLW (民生观察)] che mostrano:

  • arresti molto violenti, compiuti dall’esercito e dalla polizia, di persone che non indossano mascherine, sospettate di aver contratto il virus o che manifestano il proprio scontento; ufficiali di polizia intente a picchiare delle persone e a minacciarle con delle armi; ma anche: arresti di persone che girano dei video, ricatto sui familiari malati, la polizia che pattuglia nelle sale della quarantena, corpi ammassati nei sacchi per essere portati all’inceneritore senza notifica alle loro famiglie, confisca dei beni, degli appartamenti e del raccolto, caccia alle persone provenienti dallo Hubei. Nota: le persone arrestate o minacciate in questi video sembrano provenire da un ambiente modesto o povero, sui quali la quarantena forzata ha un impatto economico enorme, a riprova del fatto che il governo cinese se la prende innanzittutto con le classi popolari.

[1] Vedi i siti del CHRD (Chinese Human Rights Defenders, 人权捍卫者) e del CRLW (Civil Rights & Livelihood Watch, 民生观察)

[2] (Vedi su lundimatin, l’articolo “Journal d’en Chine” d’Alain Brossat… Un cliché molto diffuso vorrebbe anche che la Cina fosse il paese dell’”indifferenza”, dove milioni di Cinesi “apatici” si stringerebbero nelle fabbriche dalla mattina alla sera. Qualcuno parla addirittura di un “consenso tra governanti e governati”, anche se l’apatia e l’inerzia sono i rimproveri universalmente rivolti ai popoli coloniali. Il  mondo incantato della Cina sarebbe quello dell’efficacia, dell’ordine, della pulizia, della tecnologia, sarebbe anche quello degli “studenti felici” (sic) e della classe media “ che non si immischia con la politica”… La situazione attuale in Cina sembra invece evidenziare che la popolazione cinese non si “rifugia” affatto “nelle braccia di un potere statale coercitivo”. Dire questo, è un po’ come aderire al discorso ufficiale del governo cinese e ai discorsi razzisti, sprezzanti e degradanti.

[3] Per aver un’idea di cos’è il Gran Gala di Capodanno (trasmissione che va in onda sui canali televisi, serata ufficiale organizzata dal Partito Comunista ).

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