Fonte: Passamontagna
Opuscolo sull’esternalizzazione delle frontiere
Sono molte le persone che, per le ragioni più disparate, cercano di spostarsi per vivere su un pezzo di terra su cui non sono nate. Se sono ricche, sono “espatriati/e”. Se sono povere, sono migranti irregolari, “clandestini”. Nei prossimi decenni solo il numero di persone costrette a spostarsi a causa dei cambiamenti climatici dovuti all’azione umana è tra i 500 milioni e i due miliardi. E la maggior parte, provenienti dai paesi “poveri”, quelli più affettati nell’immediato dalla crisi climatica che i paesi più industrializzati hanno creato. Così come aumentano i rifugiati che scappano dalle guerre finanziate dall’Occidente. O i più poveri che cercano una vita migliore, fuggendo quei paesi dove le multinazionali e gli stati più ricchi fanno di tutto per accaparrarsi le risorse naturali a prezzi stracciati e a pagare una miseria i lavoratori per creare più profitti.
(Non sorprendemente) che fa l’Unione Europea? Aumenta il budget per l’esternalizzazione delle frontiere. Aumenta i soldi destinati al controllo, ai passaporti biometrici, ai mezzi di respingimento. Per selezionare e bloccare molto prima che arrivino in Europa quelle persone che il sistema economico dell’Unione non vuole; per facilitare i rimpatri; e per guadagnarci in ogni passaggio di questo processo.
Queste pagine trattano di questa tematica.
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SULL’ESTERNALIZZAZIONE DELLE FRONTIERE