Fonte: Passamontagna
In quasi un anno dall’ultimo sgombero della Casa Cantoniera di Claviere, siamo rimastx qua, in questa valle, su questa sanguinosa e razzista frontiera, vicino alle persone che ogni giorno la sfidano e la superano, nonostante siano costrette a farlo “illegalmente”: controllate, respinte e violate dallo Stato e dalle sue forze armate. Nella stessa valle dove transitano indisturbatx migliaia di “migranti” con documenti in regola, chiamatx turistx. Nella stessa valle dove solo a gennaio di quest’anno la frontiera ha ucciso due persone, Fatallah Belhafif e Ullah Rezwan.
Da oggi ritorniamo a organizzarci in un luogo abbandonato da decenni, che ora non appartiene più a nessunx ma che vive grazie alle persone che lo abitano, lo costruiscono e lo auto gestiscono, in contrapposizione ad uno e a tutti gli stati e le leggi che vorrebbero reprimere qualsiasi forma di autonomia collettiva ed individuale.
Abbiamo continuato e continueremo a lottare riappropriandoci e costruendo spazi liberi ed inclusivi. Luoghi slegati dalle dinamiche violente, razziste ed infantilizzanti proprie delle istituzioni, manifestate sulla frontiera italo-francese delle Alpi Occidentali, nel Rifugio Massi di Oulx, nella Croce Rossa (che partecipa ai respingimenti in cooperazione con le forze dell’ordine) e nell’apparato di controllo e repressione italiano e francese*.
Siamo rimastx qua, organizzandoci su questa frontiera, non per portare avanti un’opera umanitaria ed assistenzialista PER lx “migranti”, ma come scelta politica di stare e lottare CON le persone che transitano per queste valli.
Oggi più che mai si assiste a una razzializzazione dell’accoglienza e della “solidarietà”. Dall’inizio della guerra, associazioni, singoli cittadini, comuni, stati e media hanno concentrato le loro azioni, il loro tempo e i loro fondi su rifugiatx ucrainx. Allora ci chiediamo: questa solidarietà esiste perché le persone in questione sono bianche? O perché sono cristiane?
Noi abbiamo scelto di lottare con tutte le vittime della guerra e dell’imperialismo.
È naturale che combattere contro le oppressioni non impedisce la loro riproduzione. Teniamo presente la e le violenze che si sono verificate nella Casa Cantoniera di Oulx e cercheremo di vivere e creare uno spazio che tenti di decostruire e gestire la violenza.
Questo nuovo rifugio non nasce in terra arida, ma in una valle (la Val Susa) che resiste da decenni lottando per la preservazione e la riappropriazione delle proprie terre contro il vergognoso progetto del TAV e del mondo in cui questo si iscrive. Un mondo fatto di industria, di grandi opere inutili e di distruzione dell’ambiente in cui viviamo, un mondo che spinge sempre più persone all’esilio.
Vi invitiamo per questo a unirvi alla lotta,
in tutti i territori in cui la frontiera lascia le sue tracce,
in tutti i territori dobbiamo combatterla.
Una ventina di digos stanno già pattugliando la zona. Chiamiamo a supporto tuttx le compagne, a far capire che qua resteremo e resisteremo
CENA CONDIVISA DALLE 19!! Il luogo è a CESANA, in VIA GIOVANNI BATTISTA ARMANDO 18.
FREEDOM, HURRIYA, LIBERTA’!