Da venerdì 3 maggio, 200 migranti detenutx a Harmondsworth stanno protestando in massa occupando il cortile interno del centro d’internamento, rifiutando quindi di rientrare in cella e portando avanti uno sciopero della fame. [1]
Nel centro, situato nei pressi dell’aeroporto di Heathrow e gestito dalla compagnia privata GEO group [1, 2], sono rinchiuse 615 persone in attesa che venga vagliata la loro richiesta d’asilo dalle autorità dell’Home Office.
Le motivazioni della protesta, nonostante l’Home Office le stia ignorando, cercando di minimizzare, sono riportate in una lettera dei detenuti:
* il sistema “fast-track” (ovvero, il sistema introdotto da Blair nel 2003 che velocizza i tempi di verifica delle richieste d’asilo a due settimane, così nei fatti aumentando i dinieghi e quindi le deportazioni)
* le pessime condizioni sanitarie
* i tempi interminabili prima di essere rimpatriati nel totale vuoto comunicativo dell’ Home Office
* la gestione dei trasferimenti da un centro di detenzione all’altro
* l’insufficiente o inesistente supporto legale
* il ritardo con il quale vengono consegnati i fax ed i documenti ai detenuti
* per ottenere un incontro faccia a faccia con i responsabili dell’ufficio immigrazione
* la somministrazione di cibo che non rispetta le culture e le religioni delle persone rinchiuse
Il 5 maggio un gruppo formato da più di una trentina di solidali ha portato il proprio sostegno ai migranti in lotta attraverso un presidio rumoroso fuori dal centro di detenzione, al quale i detenuti hanno risposto applaudendo, sventolando fazzoletti e con cartelli che denunciano le condizioni di trattenimento, come ‘NO HEALTHCARE’ e ‘UNLAWFUL DETENTION’.
Per aggiornamenti consultate il blog e l’account twitter di Anti-Raids Network e quello di Corporate Watch.
Per il contributo ringraziamo @punkrockersouth e @Detta_Lalla