Il prefetto di Pas-de-Calais ieri mattina ha tenuto una conferenza stampa sul tema “migranti”, in cui ha annunciato l’adozione di tre misure: rafforzamento del personale CRS nel porto, maggiori informazioni in materia di asilo OFII (Ufficio francese per l’Immigrazione e l’Integrazione) e la sospensione per un paio di settimane dello sgombero del campo che si trova sui terreni degli impianti Tioxide e dell’occupazione del sito della vecchia società Galloo impasse des Salines (“occupazione Galou”).
Non è possibile dire se una mezza compagnia di CRS, 40 agenti di polizia, servirà davvero a cambiare la situazione nel porto. Ciò che è sotto gli occhi di tutti per contro è che ci sono già molte persone a Calais e la situazione è tesa intorno all’attraversamento del canale della Manica; quello che renderà l’attraversamento più difficile esacerberà queste tensioni. Gli scontri che hanno opposto più di un centinaio di esuli le notti scorse lo testimoniano. Contrariamente a quanto è stato scritto, non si tratta di scontri tra diverse comunità (eritrei contro sudanese), ma tra gruppi che tradizionalmente non interferiscono, perché passano da luoghi diversi (il tunnel e il porto), uno composto principalmente da sudanesi (ma non solo), l’altro per lo più da eritrei ed etiopi, ma anche sudanesi e altre nazionalità. Diventati troppo numerosi, un gruppo cerca di trovare posto nel punto di attraversamento degli altri, anche questi troppo numerosi per le possibilità effettive di passaggio facendo nascere i contrasti.
Il numero di persone che arrivano dall’Italia dopo aver attraversato il Mediterraneo continuerà ad aumentare almeno fino all’autunno (quando la navigazione diventerà i più difficile). Più l’attrvaersamento sarà difficile, più la tensione aumenterà. E ‘quindi necessario offrire a queste persone alternative credibili piuttosto che cercare di passare in Inghilterra sotto o dentro un camion – a meno che le autorità non stianno scommettendo sull’aggravarsi degli episodi violenti per giustificare sgomberi futuri.
L’unica soluzione proposta per il momento da parte delle autorità è la visita degli agenti di viaggio di campo OFII prevista due volte questa settimana e una volta alla settimana da quella successiva. E ‘già stato fatto nel mese di giugno, prima dello sgombero del 2 luglio, senza molto successo, per due motivi. Il primo è la mancanza di risorse umane OFII,soprattutto per quello che riguarda gli interpreti, per cui il problema di fondo rimane quello di comprendere e comunicare. Inoltre non ci sono abbastanza agenti e quelli che ci sono, sono visibilmente mal preparati al loro compito.
In secondo luogo, forse il più importante, da un lato gli esuli vengono informati della possibilità di chiedere asilo in Francia, dall’altro questi esuli fanno esperienza sulla loro pelle della violenza quotidiana delle autorità francesi e della polizia dovendo sottostare a condizioni di vita spesso inaccettabili . Le attuali tensioni intorno al passaggio nascono proprio dal fatto che queste persone sono disperate e pronte a tutto per lasciare il paese che li costringe a subire queste vessazioni.
Affinchè la prospettiva di chiedere asilo in Francia acquisisca un minimo di credibilità, è necessario che le persone si sentano trattate umanamente, che significa porre fine alle molestie della polizia e sostanzialmente migliorare le condizioni di vita. Questa è una discussione che si dovrebbe aprire al più presto con le parti interessate.
In effetti, questa tregua di tre settimane o un mese ha senso se serve con gli attori locali, con le istituzioni e le persone in esilio per trovare soluzioni alla situazione e metterle in atto. Espellere, senza aver trovato soluzioni, tra tre settimane o un mese non avrà più senso e più umanità di farlo oggi.
Tradotto da Passeur d’hospitalités