Riportiamo alcune informazioni sulla recenti politiche del governo spagnolo sul tema immigrazione , tratte da alcuni articoli girati in rete.
La nuova legge sulle espulsioni immediate
Nel scorso mese di ottobre, il governo spagnolo ha presentato un emendamento alla normativa vigente sull’immigrazione da applicare esclusivamente alle frontiere di Ceuta e Melilla. La proposta introduce il concetto di “rifiuto alla frontiera” (“rechazo en frontera” in spagnolo) e mira a legalizzare l’attuale prassi dei respingimenti. Tale pratica non darebbe la possibilità di chiedere asilo a chi fugge da persecuzioni e conflitti.
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Ogni anno, migliaia di migranti e richiedenti asilo, che fuggono dalle persecuzioni e dalla guerra nei loro paesi, tentano di passare dal Marocco nel territorio spagnolo attraverso i 15 chilometri dello Stretto di Gibilterra.
I migranti intraprendono il pericoloso viaggio con imbarcazioni di fortuna e gommoni.
Inoltre, migliaia di immigrati tentano di raggiungere la Spagna attraverso le città di Ceuta e Melilla, vicino al confine con il Marocco. Il governo spagnolo ha costruito una tripla recinzione di sette metri di altezza per evitare che gli immigrati raggiungano il territorio spagnolo.”
“In molti paesi ho visto respingimenti, ma da nessuna parte sono legali o legalizzati,” ha dichiarato Nils Muiznieks, commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, in una conferenza stampa nella capitale spagnola venerdì scorso.
“Sarebbe un pessimo precedente se tali pratiche [di respingimento immediato] fossero sancite per legge perché penso che significherebbero l’inizio della fine per il sistema d’asilo.”
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La costruzione di nuovi CIE
In Spagna ci sono attualmente otto CIE e il governo ora sta valutando la costruzione di altre tre lager etnici: a Madrid (dove un CIE è già presente nella zona di Aluche); a Malaga, dove il CIE era stato chiuso nel 2012 per l’assenza di “condizioni di vita dignitose” ; e ad Algeciras.
Inoltre l’Esecutivo ha ritenuto prioritaria la realizzazione di un nuovo centro di detenzione nella città di Cadice, a causa delle cattive condizioni in cui versa quello già esistente.
Secondo i dati del “Difensore civico”, 9.002 persone sono stato recluse nel 2013 in questi centri di detenzione e il 47,5% dei reclusi sono stati poi deportati. Inoltre, sulla base dei dati forniti dall’Ufficio Immigrazione, i pubblici ministeri hanno scoperto che un terzo delle detenzioni nei CIE nel 2013 sono state illegali: su 10.063 segnalazioni di detenzione, ha emesso 3.075 pareri sfavorevoli (30,8%). (Fonte)