Grecia: oggi come ieri, contro i lager

Manifestazione all'ingresso di Amygdaleza, 21 Febbraio

Manifestazione all’ingresso di Amygdaleza, 21 Febbraio

In Grecia migranti e solidali continuano a lottare per l’immediata liberazione di tutti i reclusi e la chiusura dei centri di detenzione , coscienti del fatto che “ogni giorno in più di esistenza di questi lager mette a rischio la vita di chi vi è rinchiuso”.

Purtroppo anche ieri, 22 febbraio, dal lager di Amygdaleza sono giunte notizie dell’ennesimo tentativo di suicidio: un migrante si sarebbe tagliato i polsi e sarebbe stato condotto all’ospedale.

Dalle istituzioni continuano ad arrivare promesse, impegni e notizie ambigue: si parla di chiusura progressiva dei centri ma l’UNHCR continua ad accennare al “miglioramento e  razionalizzazione della detenzione amministrativa dei cittadini di paesi terzi” ,  il Consiglio europeo dei rifugiati (ECRE) parla di “detenzione dei migranti solo come misura eccezionale, e per non più di sei mesi” , altre fonti affermano che, ad Amygdaleza, “circa 100 persone che hanno  accuse penali rimarranno in detenzione fino alla loro espulsione”. Insomma, si profila un modello molto simile a quello purtroppo in funzione in Italia e nel resto dei paesi europei.
Questi moderni lager non possono essere in alcun modo riformati, ed è da respingere qualsiasi forma di detenzione: un orrore descritto con precisione dall’articolo che di seguito traduciamo.

Il 21 febbraio si è svolta una manifestazione di solidarietà presso il tristemente noto campo di concentramento etnico di Amygdaleza (vicino ad Atene), dove alcune persone sono morte nelle ultime settimane. La Grecia è una tappa nel percorso verso l’Europa per molti migranti che viaggiano dall’Asia, ed è diventata una trappola mortale in cui l’Unione europea paga lo Stato greco per tenere chiusi in gabbia e in condizioni brutali migliaia di esseri umani indesiderati, piuttosto che lasciare che raggiungano le loro destinazioni.

Ad Amygdaleza ieri, circa 250 manifestanti hanno fatto irruzione nel campo e si sono scontrati con la polizia antisommossa, prima di essere dispersi.

L’articolo seguente, preso dal sito web Clandestina è un resoconto dettagliato di ciò che sta accadendo nel “sistema Guantanamo” greco dopo l’introduzione della nuova politica “Xenios Zeus” nel 2012, in base al quale i migranti sono stati arrestati con raid di massa.

Lampedusa non è l’unica zona della morte, i campi di concentramento non sono un incubo sepolto nel passato.

Date e numeri nel calendario della Guantanamo greca – 4 Agosto 2012

Il 4 agosto, il razzismo istituzionale greco ha celebrato l’anniversario della dittatura militare del 1936 lanciando l’operazione “Xenios Zeus”, una spettacolare operazione fatta di arresti di massa di sans-papiers, nel centro di Atene … L’operazione di polizia è stata chiamata “Xenios Zeus” (che gran senso dell’umorismo!), come il dio che proteggeva gli stranieri nella Grecia antica. Le ragioni che giustificano l’operazione si rifanno ad una concezione contestata della storia del bronzo: “Dall’ invasione Dorica, 4000 anni fa, il paese non ha mai accettato una simile invasione su larga scala … la migrazione potrebbe essere un problema più grande della crisi economica” (Nikos Dendias, ministro dell’Ordine pubblico, 4/8/2012).

7.000: Il numero di sans-papiers immigrati attualmente detenuti nei campi di concentramento in Grecia. A questo va aggiunto un numero, non accertato,  di detenzioni irregolari di migranti nelle stazioni di polizia in tutto il paese.

77.526: Il numero di immigrati catturati dalla polizia greca dall’inizio dell’operazione di polizia “Xenios Zeus”, nella sola città di Atene. La stragrande maggioranza di queste persone erano immigrati “legali”; infatti il numero di immigrati privi di documenti che sono stati arrestati ad Atene è di 4.435. Questa è un’enorme caccia all’uomo in stile militare, in tutti i sensi.

Il “sistema di Guantanamo” greco: I campi di concentramento in funzione al momento in Grecia (alcuni di loro costruiti come centri di detenzione, alcuni usati informalmente come prigioni, tra i quali figurano un ex caserma militare, alcune accademie  e  stazioni di polizia) sono i seguenti: nella regione di Evros (vicino alla frontiera terrestre greco-turca) ci sono lager a Tychero, Feres, Soufli e Fylakio (quest’ultima è la sola struttura costruita per essere un centro di detenzione). Anche nella regione della Tracia, nelle città di Komotini e Xanthi,  ex accademie di polizia vengono utilizzate come centri di detenzione. Tra Xanthi e Komotini c’è il centro di detenzione di Venna, un antico deposito di grano, senza alcuna personalità giuridica, che è stato usato per molti anni per segregare le “eccedenze umane”. Non lontano si trova il campo di concentramento di Paranesti Drama, in un’ex caserma militare. Ex caserme sono state trasformate in campi di concentramento a Corinto (nel Peloponneso) e a Mitilene (nel Mar Egeo). Anche nel Mar Egeo, sono stati istituiti nuovi centri di detenzione sulle isole di Chios (a Mersinidi) e Samo (a Vathi). Strutture di polizia sono utilizzate come un enorme campo di concentramento ad Amygdaleza (fuori Atene).

Gli unici centri di detenzione ufficiali per persone senza-documenti sono quelli di Atene (via Petrou Ralli ) e di Salonicco. Tuttavia, molte stazioni di polizia sono ufficiosamente utilizzate per la detenzione di immigrati in tutto il paese. Nella maggior parte di questi centri di detenzione, gli immigrati detenuti sono quelli arrestati a partire dal lancio dell’operazione “Xenios Zeus” (in particolar modo ad Atene). Negli ultimi anni, i centri di detenzione nella regione di Evros sono stati utilizzati per i senza-documenti che attraversano le frontiere terrestri tra Grecia e Turchia, ma oggi non è più così, in quanto il loro numero è diminuito drasticamente. Quindi, in quei campi vi si trovano per lo più migranti “irregolari” arrestati ad Atene. Con una sola eccezione: nell’Egeo, i detenuti privi di documenti nei campi sono principalmente arrivi recenti, per lo più profughi della guerra in Siria.

Stato giuridico dei campi: Nessuno. Questi non sono né “centri di identificazione” per verificare l’esattezza delle argomentazioni dei richiedenti asilo, né “centri di assistenza aperti” per i profughi ai quali è stato concesso lo status di rifugiato. Non sono centri di espulsione per quelli il cui procedimento di espulsione è in corso (molti dei migranti irregolari detenuti nei campi sono rifugiati e non possono essere espulsi in ogni caso). Questi sono solo buchi neri per i “subumani” e un esempio per il resto della società.

In passato, gli immigrati privi di documenti che entravano in Grecia venivano tenuti per alcuni giorni nei centri di detenzione (principalmente nelle zone di frontiera) e poi veniva dato loro un pezzo di carta, che offriva loro un termine “legale” di un mese per lasciare la Grecia di propria iniziativa. Con questi pezzi di carta in mano, sarebbero arrivati ad Atene e sarebbero rimasti intrappolati nei circuiti mafiosi dei trafficanti di uomini che promettevano loro una via d’uscita della Grecia. Gli immigrati che avevano fatto richiesta di asilo sono stati invece tenuti per più tempo (fino a 3 mesi) nei centri di detenzione di confine, come forma di punizione. Quindi avrebbero anche loro cercato di raggiungere Atene. Tutto questo è cambiato.

Ora la maggior parte dei senza-documenti detenuti in centri di detenzione sono persone arrestate durante l’operazione di polizia “Xenios Zeus”. Molti di loro sono stati nei centri di detenzione per quasi un anno e mezzo. Chiamiamo i centri di detenzione “campi di concentramento”, perché questo è quello che sono. Non per le condizioni insopportabili, che non sono mai cambiate, ma perché sono stati pubblicamente definiti come il luogo, simbolico e reale, dove gli “inutili”, le “persone senza diritti” (un concetto in continua espansione) vengono scaricati. E’ dall’estate del 2012 che viviamo in uno stato di emergenza, un’aperta imposizione di una politica d’eccezione. Questo, insieme alla costruzione del “movimento fascista”, è stata la risposta delle classi dirigenti al disordini pubblici che la crisi ha generato.

80%: Il declino del numero dei migranti irregolari entrati  in Grecia dall’inizio dell’attacco capitalista noto come “la crisi”. Nel 2008 più di 120.000 senza -documenti hanno attraversato i confini greci. Questo numero era già sceso a 40-50.000 nel 2012. Dopo il lancio dell’operazione “Xenios Zeus” nelle città greche e l’operazione “Aspida” (= Scudo) nella regione di Evros, questo numero è sceso a 20.000. In altre parole, il numero di migranti “irregolari” che entrano nel territorio greco era già in forte calo prima del lancio delle operazioni di polizia anti-immigrati. La diminuzione del numero di migranti irregolari che entrano in Grecia e l’aumento degli immigrati che lasciano la Grecia non è dovuta alle “politiche anti-immigrati”. È l’effetto del previsto disastro economico.

30.000-400.000: Il numero di immigrati “legali” a cui è stata offerta la grande opportunità di lasciare legalmente in Grecia (molti di loro hanno vissuto qui per più di due decenni). Il nuovo “Codice dell’immigrazione” greco tenta di regolare gli immigrati “legali” che, nel nuovo contesto della svalutazione della forza lavoro, sono considerati come inutile sovraccumulazione di lavoro. Così ora viene offerto loro uno status giuridico di 5 anni, in cambio della loro “scelta” di lasciare la Grecia e andare a lavorare in un altro paese dell’UE Paese. I Greci dovrebbero quindi occupare la posizione e lo status sociale dei lavoratori immigrati. Entrambi, fascisti e neoliberali, sono d’accordo su questo: forza lavoro a buon mercato senza diritti è ora l’opzione “solo per i greci”.

50,7%: la percentuale di poliziotti che hanno votano per il partito nazista nelle elezioni del maggio 2012 nel centro speciale di voto per le (militarizzate) unità motociclistiche della polizia (“Dias”, “Delta” e squadroni “Zeta”) ad Atene. Se a questo si aggiunge il 12,5% di coloro che hanno votato per il partito populista di estrema destra “Greci Indipendenti” e il 5% che ha votato per “LAOS”(un partito stile Le Pen), la situazione è chiara. Le percentuali rilevanti di voto nella polizia centrale antisommossa ad Atene sono le seguenti: 46,7% per il partito nazista, il 10,7% per i “Greci Indipendenti” e 5,5% per “LAOS”. Nel caso delle unità di polizia antisommossa il dato interessante è che l’8,4% ha votato per il Partito Comunista, forse perché hanno apprezzato la posizione del partito durante le manifestazioni di massa tra il 2008 e il 2012. Negli ultimi anni, il governo greco ha organizzato un reclutamento massiccio di persone desiderose di lavorare in polizia – sia per motivi economici che ideologici: venir pagati per essere un fascista legalalizzato è ormai una fantasia divenuta realtà. Sappiamo dalle testimonianza dei compagni e delle compagne spagnole che la stessa cosa è accaduta nel loro paese.

Antirazzismo? Citiamo: “Le stazioni di polizia in tutto il paese si sono trasformate in ‘depositi per esseri umani’, le condizioni sono state descritte come drammatiche, in quanto vengono violate sia le norme internazionali che le leggi greche. L’UE ha sempre offerto aiuto, ma lo Stato greco non è stato capace di sfruttarlo pienamente. Ora il paese deve produrre la maggior parte dei 230 milioni di euro “offerti” dall’Unione europea. Sarebbe ‘auspicabile’ che questo denaro venga utilizzato per creare moderne strutture di accoglienza, con i luoghi separati per i criminali e per i senza documenti, con regolare accesso a un cortile, illuminazione naturale, cibo adeguato e controlli medici regolari. In uno stato oggi inaccettabile, le norme di salute e di sicurezza non sono rispettati, e troppo spesso si verificano comportamenti inaccettabili e arbitrari della polizia. Questo è esattamente ciò che ci si aspetta che accada quando lo Stato stesso segrega degli esseri umani per lunghi periodi di tempo in luoghi inappropriati, senza alcuna volontà di soddisfare i più elementari diritti umani“. E’ questa la proposta sulla “questione dell’immigrazione” di un partito politico greco progressista? No, le parole di cui sopra sono state pronunciate il 12 dicembre 2013, dal Presidente della Federazione panellenica dei poliziotti della 12 ° Tavola rotonda Nazionale contro la discriminazione. Il “sindacato di polizia” ha proposto anche l’assunzione di immigrati nelle forze di polizia, aggiungendo che “… potrebbe essere utile cercare di censire la situazione e le esigenze delle migliaia di stranieri già detenuti nei centri di detenzione. Fare un sondaggio per vedere quanti siano in realtà, come, perché e dove vogliano vivere. Invece di cercare di convincerli a tornare nel loro paese, non sarebbe più facile indirizzarli verso migliori opportunità in altri paesi europei, dove già si trovano altri membri delle loro famigli? ».

Mentre ci sono voci radicali all’interno Syriza che si spingono molto più in là, le proposte del sindacato di polizia sono più o meno simili a quelle della maggior parte dei partiti della sinistra istituzionale. Se la sinistra istituzionale formasse il prossimo governo greco potrebbe davvero chiudere i campi di concentramento, ma non necessariamente come parte di una politica di rispetto della dignità umana e dei diritti fondamentali, ma al fine di armonizzare la politica greca con la legislazione dell’UE, per sfruttare meglio il denaro messo a disposizione dall’UE, creando strutture di detenzione adeguate, e per soddisfare le esigenze della polizia greca e degli elettori più conservatori. Infatti, una parte della sinistra istituzionale in Grecia sta parlando a favore dello stesso sistema che i movimenti radicali in tutta Europa stanno combattendo.

L’improvviso risveglio dei sindacati di polizia greci non è del tutto incomprensibile: il governo greco ha annunciato che la sorveglianza dei centri di detenzione sarà asseganto alle società di sicurezza private. E questo non è l’unico caso: tutto il personale di sicurezza greco assunto per proteggere la miniera d’oro (di proprietà canadese) da costruire in Calcidica sarà licenziato – la multinazionale dell’oro sta ingaggiando la famigerata società internazionale di mercenari nota come Blackwater per questo scopo. I sindacati di polizia greca guardano al loro futuro (e dei loro iscritti): se gli immigrati abbandonassero la Grecia in massa, i poliziotti perderebbero il loro ruolo di “cacciatori di esseri umani” – così come i bonus che ricevono grazie all’esistenza del complesso mafioso che gestisce il traffico / contrabbando di esseri umani. I “moderni servizi di accoglienza” proposti sono in realtà opportunità di carriera: si passerà infatti da cacciatori di esseri umani a aguzzini di esseri umani.

Ma torniamo al presente: il sistema Guantanamo in Grecia è in piena funzione, e distrugge migliaia di vite e spingendo la società greca verso il totalitarismo. Dai dati (incompleti) riportati qui sotto, si può avere un’idea di che cosa stiamo parlando.

UNA CRONACA DI ORRORE … E DIGNITA’ …

Rivolte, scioperi della fame e la morte nei lager etnici dopo il lancio dell’operazione “Xenios Zeus”

24 settembre 2012

45 immigrati entrano in sciopero della fame nel centro di detenzione Xanthi quando vengono a sapere che la loro detenzione si prolungherà per altri sei mesi. Lo sciopero della fame si conclude il 28 settembre, dopo che le autorità hanno rassicurato gli immigrati che non saranno detenuti più a lungo, promessa che le autorità non hanno mantenuto…

17 novembre 2012

Centinaia di immigrati detenuti in vari centri di detenzione entrano in sciopero della fame per protestare contro il maltrattamento di Navit Yasser, un detenuto nel centro che è morto dopo che gli erano state negate le cure mediche, anche se era in pessime condizioni di salute.

18 novembre 2012

Scoppia una rivolta nel centro di detenzione di Corinto, dove 800 immigrati sono tenuti prigionieri. La rivolta viene repressa dalle forze di polizia antisommossa che da quel momento rimangono posizionati fuori dal centro di detenzione. 10 immigrati feriti e 24 arrestati il bilancio della rivolta.

23 Nov 2012

Una grande rivolta parte dal centro di detenzione Komotini, dove 500 immigrati sono reclusi nella ex Scuola di polizia di Komotini. I detenuti iniziano la protesta gridando slogan e distruggendo le suppellettili, poi bruciano i materassi e attaccano la polizia. La rivolta viene repressa dalle forze di polizia antisommossa.

4 dicembre 2012

Una rivolta scoppia nel centro di detenzione di Amygdaleza. La rivolta si conclude dopo una trattativa con le autorità.

5 dicembre 2012

Una rivolta scoppia nel centro di detenzione Fylakio. La protesta da parte di un gruppo di prigionieri diventa presto una sommossa, repressa dalla polizia.

1 gennaio 2013

Dopo il brutale pestaggio di un minore, 15 bambini immigrati vanno in sciopero della fame nel centro di detenzione Amygdaleza.

7 febbraio 2013

Rivolta nel centro di detenzione Fylakio, a causa della proroga del periodo di detenzione. Molti immigrati vengono arrestati e 8 di loro ricevono quella che i poliziotti chiamano una “punizione esemplare”.

12 Feb 2013

Gli immigrati detenuti entrano in sciopero della fame alla stazione di polizia di Nicea (ad Atene) per protestare contro il duro trattamento e il pestaggio di un immigrato da parte di un poliziotto. Lo sciopero della fame viene soppresso con pestaggi brutali e trasferendo le persone in sciopero della fame presso altri dipartimenti di polizia.

21 febbraio 2013

Uno sciopero della fame inizia nel centro di detenzione Amygdaleza. Lo sciopero della fame viene brutalmente represso il 23 febbraio dalla polizia antisommossa.

7 marzo 2013

Una rivolta scoppia nel centro di detenzione Fylakio, ma viene immediatamente soppressa dalla polizia antisommossa.

28 marzo 2013

2 immigrati minacciano il suicidio dal tetto del centro di detenzione di Corinto.

7 aprile 2013

3 immigrati cercano di suicidarsi nel centro di detenzione Amygdaleza. Il giorno dopo (8 aprile) circa 1.000 migranti entrano in sciopero della fame a Amygdaleza.

9 Aprile 2013

Centinaia di migranti detenuti in vari campi e nelle stazioni di polizia si uniscono allo sciopero della fame dei reclusi di Amygdaleza. In 24 ore lo sciopero della fame si diffonde in tutto il paese, con circa 1.800 immigrati che partecipano alla protesta.

10 aprile 2013

La polizia antisommossa entra nel centro di detenzione di Corinto, dove ci sono gli immigrati in sciopero della fame a livello nazionale. La polizia antisommossa usa gas lacrimogeni contro i reclusi e arresta 47 di loro. Dopo questo evento, lo sciopero della fame cessa progressivamente in tutti i centri di detenzione.

23 giugno 2013

Un immigrato di 20 anni proveniente dalla Costa d’Avorio si suicida nella stazione di polizia di Grevena, dove è stato trattenuto prima di essere deportato.

12 luglio 2013

Un immigrato di 26 anni proveniente dal Pakistan si impicca e muore nel bagno della Servia, la stazione di polizia Kozani. Era stato arrestato solo perché non aveva i documenti in regola.

27 lug 2013

Mohammad Hassan, un rifugiato afgano che soffre di un’infezione respiratoria, muore nel lager etnico di Corinto, dopo che gli era stato negato il trasferimento in un ospedale per undici mesi.

10 agosto 2013

Una grande rivolta si svolge nel centro di detenzione Amygdaleza quando i reclusi scoprono che la loro detenzione sarà prolungata nuovamente: da 12 a 18 mesi. Gli immigrati incendiano le gabbie dove erano reclusi, e attaccano le guardie con bottiglie di plastica e ghiaia, cercando di rompere le porte di ferro e le recinzioni; 10 di loro riescono a fuggire da quello che viene chiamata “la Guantanamo greca”. Molti immigrati vengono arrestati e dispersi in varie prigioni in tutto il paese.

24 Agosto 2013

Un rifugiato dall’Afghanistan cerca di uccidersi, saltando da una finestra del secondo piano nel centro di detenzione di Corinto.

27 agosto 2013

400 immigrati detenuti nel centro di detenzione Orestiada entrano in sciopero della fame quando vengono a sapere che la loro prigionia sarà prolungata da 12 a 18 mesi.

18 Novembre 2013

Un migrante del Bangladesh, di 46 anni, muore “improvvisamente” presso la stazione di polizia di Ag. Panteleimon.

27 Marzo 2014 

Ely Karelia, 42 anni, muore dopo un brutale pestaggio poliziesco nel carcere di Nigrita.

22 Luglio 2014

Mohammed Ahmad Farouk, 54 anni, muore nel lager di Amygdaleza, come sempre in circostanze poco chiare.

6 Novembre 2014

M. Ashfaq, 26 anni, muore, dopo 25 mesi di detenzione, nel lager di Corinto.

11 Febbraio 2015 

Il ventitreenne afgano Sayed Mehdi Achmpari muore ad Amygdaleza a causa  della mancanza di assistenza sanitaria.

11 Febbraio 2015 

Fata Abdul, 23 anni, yemenita, si suicida nel centro di Salonicco, dopo aver subito un mese di isolamento.

13 Febbraio 2015 

Mohammed Nadin si suicida nel lager di Amygdaleza. Scoppia la rivolta dei reclusi.

17 Febbraio 2015

Dopo l’incendio di alcuni container, nuova protesta dei migranti ad Amygdaleza che chiedono l’immediata liberazione.

Negli ultimi 3-4 mesi, ci sono stati decine di tentativi di suicidio all’interno dei centri di detenzione e moltissimi episodi di protesta; la repressione è stata sistematicamente nascosta dalla polizia e dal governo. Negli ultimi due anni ci sono stati centinaia di morti nel Mar Egeo e nel Mar Ionio, oltre a centinaia di attacchi contro gli immigrati da parte dei fascisti, tra i quali almeno tre omicidi confermati.

Articoli precedenti sulle lotte dei migranti in Grecia:

– Sgombero del presidio di rifugiati dalla Siria davanti al parlamento  http://hurriya.noblogs.org/post/2014/12/15/grecia-sgombero-presidio-rifugiati-siria-parlamento/

– Detenuti nel lager etnico di Amygdaleza in sciopero della fame in seguito alla morte di un ragazzo di 26 anni http://hurriya.noblogs.org/post/2014/11/18/grecia-detenuti-nel-lager-etnico-di-amygdaleza-in-sciopero-della-fame-in-seguito-alla-morte-di-un-ragazzo-di-26-anni/

– Selvaggio attacco dei reparti antisommossa nel centro di detenzione di Amygdaleza http://hurriya.noblogs.org/post/2014/09/05/attacco-mat-centro-di-detenzione-amygdaleza/

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