Lottare contro le frontiere significa anche lottare ovunque ci siano “retate contro gli immigrati, posti di blocco, controlli d’identità sui posti di lavoro o nelle case”.
Venerdi scorso a Melbourne in Australia era programmata un’operazione di polizia, denominata “Fortitude”: gli agenti della polizia preposta ai controlli sull’immigrazione si sarebbero posizionati in vari luoghi in giro per la città (tra i quali la stazione) per verificare i documenti e i permessi di soggiorno. Nel corso di operazioni del genere i controlli si concentrano sulle persone migranti, sugli stranieri, e spesso si concludono con la detenzione nei nuovi lager per migranti e l’espulsione. Ieri però, a poche ore dall’annuncio dell’operazione, centinaia e centinaia di persone si sono velocemente organizzate e sono scese spontaneamente in strada, scandendo slogan come “border force off our streets” e “fuck off border force”, bloccando gli incroci principali della città e il traffico.
Altri manifestanti sono entrati in massa nella stazione ferroviaria di Flinders ( dove la ABF “Australian Border Force”, l’agenzia nazionale per la protezione delle frontiere, aveva in programma una conferenza stampa per pubblicizzare l’operazione) contrastando e soverchiando gli agenti preposti ai controlli, di fatto impedendoli.
I media riportano queste dichiarazioni dei dimostranti “Il fatto che alcuni agenti controllino i documenti delle persone in strada è un gesto totalitario”, “Nel 1945 abbiamo lottato contro questo tipo di atti.” (1) Mezz’ora dopo l’occupazione della stazione le autorità hanno annunciato la cancellazione della conferenza stampa, e nel giro di un’altra ora, dell’intera operazione di polizia.