Riceviamo e pubblichiamo
Sabato 12 dicembre, circa 70 solidali hanno partecipato al presidio davanti le mura del CIE di Ponte Galeria.
Mentre il presidio si svolgeva davanti la sezione femminile, dove le donne erano state preventivamente rinchiuse in cella per negargli l’accesso al cortile, una colonna di fumo nero indicava un incendio all’interno della sezione maschile.
Dopo circa un’ora il presidio ha scelto di spostarsi davanti le mura della sezione maschile, dove già dal giorno prima una protesta collettiva aveva reso inagibili numerose celle.
Appena i/le solidali hanno girato l’angolo, avvicinandosi alle recinzioni, un gruppetto di persone recluse è salito sul tetto per unirsi alle grida, salutare chi partecipava al presidio ed informare riguardo il grande dispiegamento di forze dell’ordine all’interno del centro.
Dopo un’ora il presidio si è spostato davanti l’ingresso del CIE e poi di nuovo davanti la sezione femminile per un ultimo saluto.
Attraverso i contatti con le persone recluse sappiamo che verso la mezzanotte di sabato, il ragazzo che venerdì si era tagliato le vene dopo un pestaggio, è stato trasferito al CIE di Bari Palese. Non è la prima volta che avvengono trasferimenti del genere a scopo punitivo. Il giorno seguente, altri ragazzi che avevano partecipato alla rivolta sono stati convocati dal direttore del CIE romano, che minaccia trasferimenti ed espulsioni. Per il momento non si hanno notizie di altri trasferimenti, né di imminenti espulsioni.
Seguiranno aggiornamenti.
Solidarietà ai rivoltosi.
Dei CIE solo macerie.
Alcuni nemici e alcune nemiche delle frontiere.