Lo scorso 12 gennaio è stato riaperto d’urgenza il CPR di Palazzo San Gervasio, in provincia di Potenza, “in considerazione del rilevante numero di cittadini stranieri provenienti dalla Tunisia che in questi giorni stanno raggiungendo le nostre coste e nei confronti dei quali occorre assicurare l’esecuzione del rimpatrio”, come specificato nel testo della procedura d’affidamento. Con la chiusura del CPR di Pian del Lago – Caltanissetta avvenuta lo scorso anno dopo la rivolta e l’incendio avvenuti il 9 dicembre, e la chiusura temporanea e lo svuotamento dell’hotspot di Lampedusa, a causa dei danni provocati dall’incendio dell’8 marzo, le istituzioni si affidano a nuovi lager per continuare a deportare i/le tunisini sbarcati in Italia.
Dalla scorsa settimana i tunisini vengono trasferiti dall’hotspot di Lampedusa, in via di progressivo svuotamento, nei vari CPR: dal 18 marzo circa 20 persone sono state portate nel CPR di Palazzo San Gervasio. Qui i tunisini hanno continuato la loro lotta, cominciando uno sciopero della fame durato almeno due giorni, per opporsi alle deportazioni.
La notizia di oggi è un tentativo di fuga: una persona, tentando di scavalcare il muro di cinta del CPR, si è ferita cadendo, ed è stata portata in ambulanza all’ospedale San Carlo di Potenza.
Martedì scorso alcunx compagnx si sono recatx davanti alla struttura per portare la solidarietà ai reclusi ma sono stati subito fermati dal servizio di vigilanza delle forze dell’ordine presente nel CPR. Da quanto hanno potuto verificare, il centro di detenzione non è ancora del tutto completato, sembra esserci un’unica ala in funzione e il reticolato circonda solo una parte del muro di cinta.