Roma – Sul rastrellamento al campo rom di Castel Romano

riceviamo e diffondiamo:

Questa mattina ingenti forze di Polizia e Polizia Roma Capitale, con volanti, fuoristrada , unità cinofile e camionette, si sono presentate al campo Rom di Castel Romano per dar via al tanto sbandierato censimento voluto dal ministro degli interni Salvini. Le modalità di esecuzione degli ordini sono state semplici: prelevare da tutti i container i residenti, radunare adulti e minori al centro del piazzale del campo e, documenti alla mano, fotografare stile foto segnaletica persona per persona. Il tutto è durato diverse ore, con i bambini piccoli rimasti nei container separati dalle mamme, con la polizia che bloccava chi doveva dirigersi al lavoro facendogli subire umiliazioni e mortificazioni ,ironizzando sul fatto che”uno zingaro lavorasse” . Infatti dal racconto di chi ha subito questa schedatura emergono provocazioni da parte delle forze dell’ordine, forti del fatto che ora ”c’è Salvini” come i gendarmi hanno spesso ripetuto nella mattinata.

Il campo Rom di Catel Romano è un’isola in mezzo al nulla, confinante con campi di terra bruciata e la strada regionale Pontina, voluto dall’ex sindaco di Roma Alemanno e praticamente condanna i suoi residenti a una realtà di emarginazione e ghettizzazione: non vi sono servizi adiacenti facilmente raggiungibili senza macchina e non vi è garantita nessun tipo di socialità.

L’isolamento geografico e sociale ha permesso che l’operazione di schedatura avvenisse lontano dagli occhi degli altri cittadini , anche se di questo se ne parlerà come un’operazione indolore e necessaria, come editto salviniano pretende.

Questo cosiddetto ”censimento” si inserisce nel puzzle della politica anti migrante del Ministro Salvini, con i cinquestelle al seguito che assecondano il carrozzone razzista. Una propaganda anti povero, più che anti straniero, che passa dai controlli e dai sequestri sulle spiagge dei venditori ambulanti, ai blocchi delle navi cariche di migranti naufraghi. Politica atta più a distogliere dalle vere cause della crisi che colpisce in base al ceto e non al colore della pelle, e dal fatto che il partito leghista della legge e dell’ordine debba restituire 50 milioni di euro di fondi pubblici trafugati dai suoi precedenti amministratori.

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