UK – Detenute in sciopero della fame nell’Immigration Removal Centre di Yarl’s Wood

Traduzione da: Libcom

“Rilasciateci e chiudete questo posto”.

Oltre 40 donne detenute nell’ Immigration Removal Center (CPR) di Yarl’s Wood (Regno Unito) hanno iniziato lo sciopero della fame per protestare contro un volo charter (martedì 27 novembre) che avrebbe dovuto deportare in Nigeria alcune donne vulnerabili. Le donne, provenienti da differenti paesi tra cui Bolivia, Cina, Ghana, Malawi, Mauritius, Nigeria, Romania, Sud Africa, Tanzania, Venezuela e Zambia, si sono unite insieme per compiere questa azione.

Un recente processo, conosciuto come Stansted 15, contro le persone che hanno bloccato la partenza di un volo charter il 28 Marzo 2017 (15 avvocatx per i diritti umani N.d.T), ha portato alla luce la terribile brutalità di questi voli pianificati in anticipo. Le persone migranti vengono catturate, spesso a prescindere dal loro stato legale, e costrette a salire per riempire i posti del volo.

Una delle donne dell’All African Women’s Group, un gruppo di mutuo soccorso di donne richiedenti asilo e rifugiate, che era nel volo che è stato fermato dal gruppo Stansted 15 lo scorso marzo, racconta:

“Vivo in Gran Bretagna da almeno 30 anni e ho il permesso di soggiorno a durata illimitata (indefinite leave to remain ILR). Tuttavia, mi hanno presa da casa, portata a Yarl’s Wood e poi messa su un aereo. Tutto in sei giorni, nonostante le proteste del mio avvocato all’Home Office (Segretariato di Stato per gli Affari Interni N.d.T.). Sono molto riconoscente con i/le ragazzx che hanno bloccato l’aereo. Hanno salvato la mia vita e quella delle altre”.

Le donne detenute a Yarl’s Wood stanno protestando anche contro le condizioni del centro di espulsione.

Fidelia, proveniente dalla Bolivia, ha parlato con BWRAP, che sta coordinando il sostegno alle detenute in sciopero della fame, dicendo di essere seriamente depressa a causa della detenzione:

“Sono venuta in UK per salvarmi poiché la mia vita era minacciata dai cartelli della droga dopo che ho cominciato a parlare. Sono in UK da oltre 11 anni. Sono una sopravvissuta al cancro e ho bisogno di vedere una specialista ma tutto quello che mi danno è del paracetamolo. Sono trattenuta qui da 7 mesi senza alcun motivo”.

Un’altra donna afferma: “Non abbiamo avuto la possibilità di avere un processo legale adeguato. Il Segretariato di Stato per gli interni ha rifiutato tutte le prove e i documenti. Vuole rispedirci indietro senza aver esaminato il nostro caso. Stare qui ci disturba mentalmente – ognuna di noi è lesa fisicamente e emotivamente”.

L’ispettore capo delle carceri ha etichettato Yarl’s Wood definendolo “un luogo di preoccupazione nazionale” (per le condizioni in cui sono detenute le persone N.d.T).

Le donne dentro Yarl’s Wood esigono:

–          la fine dei voli charter

–          la chiusura dei centri di detenzione

–          il ripristino dell’aiuto legale per i casi di immigrazione

–          che le madri non vengano separate da loro bambinx

–          che lo stupro e la violenza sessuale siano considerate come tortura e quindi come ragione valida per ottenere l’asilo.

Le donne sono disponibili ad essere intervistate – contattare Cristel 07456 525227

Da segnalare infine che sabato 1 dicembre circa 300 manifestanti hanno circondato il centro di detenzione di Yarl’s Wood per manifestare contro il trattamento riservato alle persone recluse, per chiedere la chiusura del centro e la fine dei voli di deportazione.

 

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