Torino – Una città che brucia

Pubblichiamo una veloce carrellata delle intense giornate vissute a Torino, che sono tutt’altro che finite. Dunque non abbiamo la pretesa di riassumere, attraverso quanto raccontato dal blog Macerie, la tensione, la rabbia e tanti altri aspetti vissuti attimo per attimo da chi è in strada da giorni.  Vogliamo esprimere la più piena solidarietà e complicità nei confronti dei/delle nostrx compagni e compagne che stanno subendo la repressione per il loro impegno contro i CPR, una lotta che è anche la nostra.

Giovedì scorso alle 4:40, alcuni boati all’improvviso su c.so Brescia precedono le decine di agenti in borghese che sfondando il cancello dell’Asilo occupato e le decine di camionette, volanti, carabinieri in assetto antisommossa, celerini e finanzieri con il mitra puntato che occupano militarmente il quartiere Aurora per sgomberare l’asilo occupato e per arrestare 6 tra compagni e compagne; l’accusa per loro è quella di aver “promosso, costituito, organizzato e partecipato a un’associazione sovversiva (ex art. 270 c.p.) diretta e idonea a influire sulle politiche nazionali in materia di immigrazione mediante la ripetuta distruzione dei Cie/Cpr e con sistematici atti di violenza e intimidazione nei confronti delle imprese impegnate nella gestione delle sopra indicate strutture”.

I compagni e le compagne salgono sul tetto, dando il via a una resistenza che durerà 36 ore, durante le quali 2 persone solidali accorse in quartiere vengono fermate e arrestate (verranno poi rilasciate nei giorni seguenti). Una volta scesx dal tetto riferiscono di operai che lavorano di buona lena per sigillare tutto, murare ogni varco, rendere la struttura inutilizzabile.

Per sabato 9 febbraio viene chiamato un corteo cittadino in solidarietà con le persone arrestate; il concentramento è in Piazza Castello nel centro della città e il corteo parte dietro lo striscione “Fanno la guerra ai poveri e la chiamano riqualificazione. Resistiamo ai padroni della città”.

Un corteo folto, vario ma determinato a rendere concreta e visibile l’ostilità contro coloro che governano e traggono profitto da questa gestione della città. Un corteo che fin dalla sua partenza ha scandito slogan per ricordare i compagni e le compagne arrestate in concomitanza allo sgombero dell’Asilo: le 6 persone accusate di associazione sovversiva per la lotta contro i Cpr e quelle fermate durante la giornata di giovedì. Il corteo si snoda per la città e prova in un paio di occasioni a forzare il dispositivo poliziesco con l’intento di riavvicinarsi all’asilo, lasciando segni tangibili del suo passaggio, ma viene respinto dagli sbirri. Poco prima di disperdersi, l’ultima carica degli sbirri che per tutta la durata del corteo non hanno risparmiato sul gas lacrimogeno, vengono fermatx e arrestatx 11 tra compagni e compagne.

Il giorno successivo, domenica 10 febbraio, l’annuale corteo antifascista contro la commemorazione della giornata del ricordo nel quartiere delle Vallette finisce davanti al carcere. Un saluto caloroso a tutti i detenuti e le detenute e in special modo a compagnx e amicx rinchiusi da qualche giorno. Un capannone della struttura penitenziaria adibito a laboratorio grazie a un bacio della sorte prende fuoco e crolla.

Stamattina, mercoledì 13 febbraio, è poi arrivata un’altra bella notizia: le 11 arrestatx durante il corteo di sabato usciranno, nelle prossime ore, dal carcere delle Vallette con l’obbligo di presentazione quotidiana davanti all’autorità giudiziaria, dovranno insomma andar a firmare una volta al giorno in una caserma vicino a dove vivono. Tra i capi d’imputazione contestati loro, il Gip ha confermato solo quello di resistenza a pubblico ufficiale al momento dell’arresto. La solidarietà di questi giorni ha fatto naufragare i tentativi di questore, sindaco e vicesindaco di fare terra bruciata attorno alle persone arrestate e dividere i/le manifestanti in buonx e cattivx.

Nel prosieguo della mattinata decine di agenti in borghese e altrettanti celerini hanno dapprima bloccato il tram 4 all’inizio di via Milano in mezzo al mercato di Porta Palazzo, per poi far scendere in fretta e furia tutti i passeggeri. Obiettivo dell’operazione identificare una decina di compagni che, armati di uno striscione e una cassa preamplificata, stavano raggiungendo via Garibaldi e il presidio per contestare la sindaca sotto scorta. Svuotato il tram, difatti, celerini e borghesi hanno fatto irruzione sul 4 elargendo spintoni e scudate ai compagni, sotto gli occhi sbigottiti di ambulanti e frequentatori del  mercato. Una compagna, Claudia, è stata fermata e si trova ora agli arresti domiciliari con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale, in attesa del processo per direttissima di domani.

Il presidio è quindi cominciato davanti a un folto uditorio, mentre camionette e cordoni di celere chiudevano la strada che porta al Comune. Via Milano non è stata certo l’unica strada chiusa dalla Questura in centro città, decine di blindati hanno creato una vasta zona rossa attorno a Palazzo di Città il cui confine si è esteso fino a piazza Statuto. E pensare che in fondo si trattava solo di un presidio di contestazione alla sindaca.

Nel frattempo naturalmente continuavano a rimanere in piedi i check-point in Aurora nelle vie adiacenti all’Asilo e il presidio si è quindi trasformato in un corteo che si è diretto verso questo quartiere, militarizzato ormai da un settimana. Una militarizzazione che sta esasperando gli animi di molti abitanti della zona costretti, ogni qual volta rientrano in casa dopo aver fatto la spesa, accompagnato i bambini a scuola o portato il cane a pisciare, a passare in mezzo alla celere e fornire i propri documenti. Chi poi non ha la residenza o non è disposto a sottoporsi a questo stillicidio di controlli è costretto ad arrangiarsi come può magari chiedendo ospitalità a amici o familiari, come hanno avuto modo di raccontarci alcuni abitanti di via Alessandria.

Per domenica prossima, 17 febbraio, è previsto un presidio al CPR di Corso Brunelleschi.

Restano purtroppo ancora 6 compagni/e nelle mani dello stato con l’accusa di associazione sovversiva nell’operazione Scintilla; per scrivere ai compagni e alle compagne arrestate

Rizzo Antonio

Salvato Lorenzo

Ruggeri Silvia

Volpacchio Giada

Blasi Niccolò

De Salvatore Giuseppe

Per ora si trovano tutti/e nel carcere torinese, C.C. Lorusso e Cutugno via Maria Adelaide Aglietta, 35, 10149 Torino TO.

Gli arrestati sono tanti, alcuni con accuse gravi che li costringeranno alla detenzione per lungo tempo. Chiediamo a tutti i solidali un benefit per sostenerli al conto intestato a Giulia Merlini e Pisano Marco IBAN IT61Y0347501605CC0011856712    ABI 03475 CAB 01605    BIC INGBITD1

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