Fonte Campagne in lotta
Anche oggi la giornata inizia con immensa rabbia e dolore. Il feroce business dei lager di Stato ci ha portato via un altro fratello. Non conosciamo ancora il suo nome perché l’ordine è quello di non far avvicinare nessuno, per coprire l’ennesima strage e le forze dell’ordine hanno sequestrato i telefoni per evitare ogni forma di testimonianza.
Il giovane uomo, che aveva circa 20 anni, è morto bruciato vivo per un corto circuito del sistema elettrico, che dal giorno dello sgombero non ha mai funzionato. Infatti le persone che erano costrette a vivere nell’ennesima (nuova ) tendopoli, da diversi giorni stavano facendo pressione sul sindaco di San Ferdinando perché venisse a far riparare la corrente, per avere almeno luce e l’acqua calda, soltanto ieri i tecnici si sono presentati e questa mattina avrebbero dovuto finire i lavori… Che il dolore si trasformi in rabbia, pagherete tutto!
AGGIORNAMENTO da Campagne in lotta
Si chiamava Noumo Sylla, aveva 32 anni, ed era originario del Senegal l’abitante della tendopoli di San Ferdinando morto carbonizzato nel rogo scoppiato stamane all’alba. I suoi compagni hanno accompagnato il trasferimento della bara. Non possiamo che ribadire quanto questa morte sia la responsabilità di chi ha voluto lo sgombero, di chi da anni blatera di accoglienza diffusa e soluzioni abitative, di chi ha deciso che gli africani non possono vivere nelle case, nemmeno quelle costruite per loro. ASSASSINI! REST IN POWER, NOUMO. NON DIMENTICHIAMO, NON PERDONIAMO.
Qui potete trovare la corrispondenza di oggi da San Ferdinando su Radio Onda Rossa
Qui la corrispondenza odierna di Radio Onda d’Urto.