Domenica 24 marzo, durante un presidio non autorizzato davanti al centro di detenzione amministrativa (CRA) di Vincennes per comunicare con i reclusi, due persone sono state fermate dalla polizia e poste sotto custodia cautelare. Nel CRA i detenuti sono in sciopero della fame da mercoledì.
Qui di seguito i comunicati inviati dalle persone in sciopero della fame.
Comunicato del CRA 1 di Vincennes in sciopero
Traduzione da: A Bas les CRA
“Diremo quali sono i motivi dello sciopero della fame. Tre mesi qui sono peggio della prigione. Siamo in un centro di detenzione ed è peggio della prigione. Perché qui abbiamo un piede dentro e un piede fuori, dal momento che da un momento all’altro possono espellerci. Ci sono persone che stanno dentro da oltre 60 giorni… È troppo così.
È necessario che chi sta fuori manifesti per questo.
I bagni fanno schifo. Il mangiare è immondo, la maniera in cui ci portano in tribunale, in gabbia, è impossibile. Le persone malate sono lì… è tutto davvero deplorabile.
È un centro di merda, ci hanno messo dentro un centro di detenzione di merda qui.
Noi siamo dentro un centro che definiscono una prigione, ma si direbbe che è peggio qui. Non abbiamo diritto ai nostri telefoni, solo a telefoni che non possono scattare foto. Non possiamo nemmeno comunicare con WhatsApp perché ci hanno privati di tutto questo. Mangiamo troppo male, beviamo l’acqua del rubinetto. Le loro fontane d’acqua sono piene di ruggine.
C’è gente malata, di tubercolosi, di AIDS, di epatite… c’è di tutto qui. C’è un ragazzino qui che è pazzo.
Non abbiamo il diritto di manifestare qui, ci sono delle persone che sono sposate qui eppure le hanno rimpatriate nei loro paesi. Gli mettono dello scotch, li legano e altre cose del genere. Li spediscono con la forza eh. Prima di salire nell’aereo gli mettono lo scotch, come una maschera. Abbiamo queste informazioni da amici che sono stati deportati nel loro paese . C’è pure qualcuno che è riuscito a uscire dal CRA.
C’è uno che hanno picchiato e non doveva essere espulso. L’hanno picchiato proprio perché non sono riusciti ad espellerlo.
Utilizziamo una forbice per capelli in cento persone, un taglia unghie per tutti.
Qui c’è pieno di furti, soldi e tutto.
Ci sono anche discriminazioni, mettono zizzania tra arabi e neri. E poi la maniera in cui li trattano i neri!
Si mettono più neri in un settore, in una stessa stanza. Questo ha creato conflitti. Uno dei nostri è stato portato all’ospedale e ha cambiato il CRA. È la strategia della polizia di metterci in conflitto. Quando vogliamo rivendicare qualcosa non ce lo permettono. Loro dicono che non hanno mai colpa, che c’è una gerarchia e sono obbligati a rispettarla. I giudici fanno parte del gruppo della prefettura, perché quando tu prendi un avvocato privato vieni liberato, ma quando è d’ufficio non c’è nessuna liberazione.
Il cibo non è halal.
Tutti si lamentano della stessa cosa, quando la scadenza si avvicina si inventano qualche cosa (tipo andare a parlare con la tua ambasciata) e quindi ti prolungano la detenzione. Così prendi il massimo della pena. Quando vedono che ti restano uno o due giorni, ti fanno qualche cosa e così il giudice ti allunga la pena dicendo che non hanno avuto il tempo di farti viaggiare ma che la procedura è in corso.
Alla prima sentenza ti danno la pena massima di 28 giorni, poi fanno di tutto per prolungartela.
Quando tu sei un francese, ti danno la pena massima, allora è finito tutto. Non per noi.
Gli chiediamo di migliorare la situazione dei detenuti nel più breve tempo possibile. Non abbiamo bisogno di 3 mesi per lasciare il paese. Nemmeno di 28 giorni. È per questo che facciamo lo sciopero della fame, preferiamo morire piuttosto che attendere le cose. Si direbbe che è un centro senza scadenza.
Siamo là in una condizione deplorevole, disumana. Non possiamo sopportare 3 mesi. È per questo che scioperiamo”.
Lettera collettiva del CRA 1 di Vincennes in lotta
Traduzione da: A Bas les CRA
Saluti,
noi siamo i detenuti del centro amministrativo di Vincennes (CRA 1). Ci permettiamo di scrivervi per parlarvi della nostra galera fisica e psichica.
Cominciamo col parlarvi dei maltrattamenti della polizia. Ci aggrediscono fisicamente ogni volta che gli parliamo dei diritti umani: dei detenuti rimangono feriti e non c’è alcun trattamento per curarli.
Degli insulti quotidiani anche con delle parole che noi non comprendiamo e degli atti di discriminazione e di razzismo che accentuano la nostra sofferenza (“sporco arabo”, “figlio di puttana”).
Quanto al cibo, è veramente immangiabile: nauseabondo che da voglia di vomitare. La maggior parte dei detenuti soffrono di malnutrizione e degli effetti dei prodotti confezionati (scabbia, problemi di digestione…).
Tra di noi ci sono dei detenuti malati che soffrono di problemi mentali, altri che hanno la tubercolosi, la scabbia. Noi abbiamo l’impressione che ci preparino un luogo favorevole al contagio. Il medico del centro non crede che ci siano davvero dei detenuti malati. Non fa altro che dare dei calmanti, senza alcun trattamento, alcuna intenzione di guarirli.
Le camere non sono sterilizzate. Dunque, molte malattie si diffondono rapidamente nel centro. Umanamente, è un’ingiustizia imprigionare gli stranieri per tre mesi per decidere se deportarli o meno. Noi non siamo dei criminali pertanto noi siamo trattati come dei cani: immaginate, ci portano dentro le gabbie in tribunale.
Grazie