Gran Bretagna – “Basta deportazioni razziste”: il gruppo Stop Deportations blocca la prima deportazione verso il Ruanda

Traduzione da: Freedom News

14 giugno 2022

I manifestanti hanno bloccato i centri di detenzione per migranti e un autobus che trasportava cinque richiedenti asilo per la deportazione verso il Ruanda. Manifestanti del gruppo Stop Deportations sono intervenutx per opporre resistenza al primo volo di deportazione la cui partenza era prevista dall’aeroporto Stansted di Londra  verso Kigali (Ruanda) la sera del 14 giugno.

Lx manifestanti si sono legatx insieme con dei tubi di metallo e hanno bloccato le uscite del centro di detenzione per migranti (Immigration Removal Centres -IRC) di Colnbrook a Heathrow, dove erano detenute altre persone che il Ministero dell’Interno voleva mettere su un volo per il Ruanda.

Il volo che sarebbe dovuto partire stasera è la prima deportazione del Rwanda Asylum Plan, il piano razzista, inumano e incivile voluto da Priti Patel [segretaria di stato per gli affari interni, l’equivalente in Italia del ministro degli Interni ndt.] che ha ricevuto condanne e critiche generalizzate da parte dell’opinione pubblica, dellx attivistx, delle organizzazioni per i diritti umani, dall’UNHCR, da membri del Parlamento e dal sindacato PCS (Public and Commercial Services Union).

Le politiche esistenti in Ruanda sono state oggetto di molteplici ricorsi legali di fronte alle Corti del Regno Unito negli ultimi giorni. Nonostante le corti non abbiano deciso di sospendere il volo di oggi, nell’attesa di una disamina completa sulla conformità legale della politica di deportazione, sono stati presentati con successo numerosi ricorsi per conto di singoli individui. Questo significa che la maggioranza delle persone che originariamente dovevano essere su quel volo sono state depennate dalla lista. Sappiamo che ci sono cinque persone ancora a rischio di deportazione verso il Ruanda questa sera.

Lx attivistx di Stop Deportations hanno dichiarato: “Questa politica è il risultato di anni di narrazioni che descrivono le persone migranti come non umane; narrazione che ha consentito al Ministero dell’Interno di infliggere dolore a queste persone e di farla franca. Noi come opinione pubblica ci rifiutiamo di accettare i piani crudeli, disumani e illegali del Ministero dell’Interno. Mentre i tribunali continuano a essere complici con il regime violento delle frontiere, l’unico modo per resistere all’oppressione razzista sistemica è quello di continuare a prendere parola e a scendere in piazza. Chiediamo che il Rwanda Asylum Plan venga eliminato e continueremo a scendere in strada finché questa richiesta non sarà accolta“.

Non ci dovrebbe essere nessuno su quel volo. Nessuno dovrebbe essere deportato sulla base di politiche così razziste e discriminatorie. È chiaro che non possiamo fidarci dei tribunali per ottenere una giustizia reale e per evitare questa deportazione razzista e fascista, ecco perché abbiamo agito direttamente. No alle deportazioni né in Ruanda né altrove.

Non possiamo affidarci ai tribunali o ai politici per fermare il regime violento delle frontiere: ecco perché moltx di noi si stanno riunendo per agire direttamente contro le leggi sull’immigrazione. Erevamo centinaia a fermare le retate nelle nostre comunità, in Scozia e a Londra. Siamo scesx in strada in massa per protestare contro le leggi e le vili politiche migratorie del governo. Abbiamo fermato bus e aerei per resistere alle deportazioni. Continueremo a costruire relazioni e solidarietà visto che le persone nere, brown e razzializzate vengono prese di mira alle frontiere, nelle carceri e dalla polizia – dobbiamo organizzarci ora per contrastare questo governo fascista con amore, cura e comunità.

Sono stato unx attivistx contro la guerra e per il clima negli ultimi 4 anni e questo volo rappresenta il peggio della normativa statale in materia di rifugiatx. Le persone fuggono dalla guerra, dalle persecuzioni, dalla siccità e dalla carestia. Con il peggioramento della crisi climatica, lx rifugiatx climaticx avranno bisogno di un posto sicuro dove andare visto che il fallimento dell’agricoltura intensiva significa l’impossibilità per le persone di sfamare le loro famiglie, come sta già succedendo in Yemen. Dobbiamo agire come se fossero gli albori di un governo fascista che intende disumanizzare le persone per una manciata di voti, perché è questo che sta succedendo“.

L’azione diretta di oggi arriva dopo numerose proteste solidali orgnizzate di fronte alla Rwanda House a Londra, all’IRC di Brook House, nella St Peter’s Square a Manchester, nella George Square a Glasgow, di fronte alla Royal Courts of Justice e al Ministero dell’Interno. Tutte queste proteste chiedevano di fermare il crudele Rwanda Asylum Plan di Priti Patel. L’opinione generale su questo punto è chiara: il governo deve eliminare il piano Ruanda.

Il 13 giugno 2022, il tribunale ha discusso un ricorso per l’adozione di un’ingiunzione provvisoria su tutti i voli di deportazione verso il Ruanda fino a quando, nel mese di luglio, non sarà esaminata una richiesta di revisione giudiziaria per stabilire la legittimità della politica sul Ruanda. Il fatto che il ricorso presentato da Care4Calais, Detention Action e dal sindacato PCS Union sia stato rigettato è sconcertante, soprattutto considerando che l’UNHCR e numerose altre organizzazioni hanno evidenziato come la politica sul Ruanda sia illegale. È stato, inoltre, rigettato un altro ricorso contro questa politica presentato da Asylum Aid con il supporto di Freedom for Torture.

Il fallimento dei tribunali nel fermare il volo ha lasciato Stop Deportations senza altra scelta se non quella di agire direttamente contro questo regime brutale e razzista, bloccando i bus che cercavano di lasciare il centro di detenzione di Colnbrook.

Il Ministero dell’Interno si sta affrettando a deportare persone traumatizzate e marginalizzate, alcune delle quali non hanno avuto alcun accesso all’assistenza legale a cause delle molte barriere strutturali all’accesso ai ricorsi – date le difficoltà nel contattare lx avvocatx dal centro di detenzione, nell’ottenere assistenza legale gratuita e data la complicità dei tribunali nel mantenimento delle frontiere.

Circa cinque richiedenti asilo provenienti da vari paesi, quali Iraq, Sudan, Siria e Albania sono stati tra i primi a essere inclusi nella lista per il volo di deportazione verso il Ruanda (che dista 4.000 miglia dal Regno Unito).

Care4Calais ha stimato che il 70% delle persone che il Regno Unito sta tentando di deportare coattamente in Ruanda sono potenziali vittime di tortura e di tratta. Tutte le sette persone che dovrebbero essere sul volo hanno affermato di essere preoccupate per la proprio incolumità e di essere terrorizzate all’idea della deportazione forzata in un paese dove non hanno alcuna relazione e delle conseguenze che questo potrebbe avere sulle vite delle loro famiglie.

Il Ministero dell’Interno in origine avrebbe voluto mettere 130 persone su quel volo. Anche se il Ministero dell’Interno definisce il Ruanda un paese “sicuro e stabile”, sono stati espressi timori circa l’incolumità dellx richiedenti asilo in Ruanda sia nel Regno Unito che da parte del leader dell’opposizione del Ruanda, Victoire Ingabire Umuhoza. L’UNHCR ha espresso preoccupazioni relative alle discriminazioni nell’accessivo alle procedure di asilo in Ruanda, specialmente per le persone LGBTQIA+. Ulteriori preoccupazioni sono state sollevate in relazione all’accesso alle cure e ad altri servizi per coloro che verranno deportatx con la forza. Il British Medical Journal ha riportato che il Rwanda Asylum Plan non garantisce le cure mediche alle persone rifugiate, specialmente perché queste a seguito della deportazione saranno maggiormente esposte al rischio di morte per malaria.

L’approccio del Ministero dell’Interno alle persone richiedenti asilo è stato sempre brutale e disumano. Ha minacciato chi era in sciopero della fame in vista del volo di deportazione di spedirlx in Ruanda con deportazioni più rapide se si fossero rifiutati di mangiare. Lx richiedenti asilo al centro di detenzione di Brook House e Colnbrook sono statx sottopostx a condizioni di detenzione terribili. Inoltre, ci sono timori crescenti che lx minori siano statx consideratx erroneamente come adulti da parte del Ministero dell’Interno e che quindi finiranno per essere deportatx in Ruanda.

Questi esempi chiariscono la crudelta e il razzismo dei centri di detenzione e del regime di deportazioni. Stop Deportations vede nelle frontiere del Regno Unito un’estensione violenta del lascito coloniale britannico che tenta di opprimere le comunità Nere, Brown e Razzializzate.

Privilege Style dovrebbe essere la compagnia a cui è stato affidato questo primo volo verso il Ruanda. Se non sorprende che questi giganti commerciali mettano sempre i profitti prima delle persone, Stop Deportations si unisce all’appello diretto allx lavoratorx affinché si rifiutino di collaborare.

Alle 7 di sera, la Corte europea dei diritti umani (CEDU) ha accolto una richiesta urgente (Art. 39) stabilendo che lx richiedenti asilo che avrebbero dovuto essere sul volo di questa sera non devono essere deportatx a causa del rischio reale di trattamenti inumani e degradanti.

Secondo Stop Deportations almeno 9 attivitx sono statx arrestatx sul posto e sta chiedendo alle persone solidali di unirsi al presidio al centro di detenzione di Colnbrook e di supportare lx attivitx detenutx che sono statx portatx in varie centrali di polizia a Londra.

L’aereo charter è arrivato al MOD Boscombe (un aeroporto militare della RAF) dove sono state organizzate altre proteste. L’aereo doveva decollare intorno alle 21:30. Dopo molti ricorsi legali all’ultimo minuto da parte di singoli ricorrenti, non è chiaro quante persone ci siano a bordo.

Intorno alle 22, Care4Calais ha riportato che ci sono stati altri due ricorsi legali e che una sola persona è rimasta a bordo. Poco dopo le 22, altri comunicati hanno confermato che l’aereo è vuoto e che nessuno verrà deportatx in Ruanda il 14 giugno.

Questa voce è stata pubblicata in dalle Frontiere, dalle Galere e contrassegnata con , , , , , , . Contrassegna il permalink.