FANNO IL DESERTO E LO CHIAMANO LEGALITÀ
Chi abita e frequenta Torpignattara sta vedendo con i propri occhi una trasformazione velocissima del quartiere: nuovi investimenti sugli immobili, prezzi degli affitti che volano – in un momento in cui il carovita colpisce la popolazione mondiale -, ondate di turismo che trasformano il quartiere in un albergo diffuso e un commercio a misura dei nuovi clienti ricchi.
Chi prova a resistere e a organizzarsi partendo dai bisogni è un ostacolo da rimuovere. L’associazione Dhuumcatu è stata sgomberata il 10 maggio e da più di un mese proseguono minacce e intimidazioni: dai cento celerini schierati in forze al momento dello sgombero, all’incendio al giardino a largo Preneste recuperato all’abbandono per renderlo luogo d’incontro, alle intimazioni del presidente del municipio che ha revocato la concessione dell’ex sala consiliare, all’arrivo della polizia intenzionata a identificare i presenti, alla continua pressione da parte della questura contro qualsiasi iniziativa di comunicazione in quartiere. Tutto questo ha un risultato: paura, esposizione alla violenza razzista, criminalizzazione che impedisce all’associazione di trovare una nuova sede. Nessuno vuole guai e le porte si chiudono.
Se la banca è il mandante e la polizia l’esecutore, il responsabile è chi governa questo territorio: il presidente Caliste e la sua giunta.
Dobbiamo rispondere a questo attacco.
Ci vediamo domenica 19 giugno alle 18 in piazza della Marranella in assemblea per organizzare una mobilitazione cittadina. Invitiamo abitanti e non.
Torpignattara è solidale.