fonte: macerie
Il decreto Immigrazione e Sicurezza viene presentato dal governo giallo-verde come un provvedimento volto a migliorare la vita di tutti. Ma le nostre vite non miglioreranno.
Peggioreranno, invece, e di molto: peggioreranno per i poveri, per gli stranieri, per chi vuole o deve vivere in modo diverso da quello che questo sistema prescrive.
Con questo decreto aumenteranno i dispositivi di controllo sulle nostre vite, saremo sempre più ricattabili e sfruttabili sul posto di lavoro e migliaia di persone diventeranno clandestine, costrette a nascondersi e a vivere in condizioni degradanti.
Chi lotta dovrà misurarsi con limitazioni sempre più restrittive e una repressione più dura. Così, ora, occupare una casa significa rischiare fino a quattro anni di carcere mentre bloccare il traffico, durante uno sciopero o un picchetto, fino a dodici anni.
Scendiamo in strada contro questo decreto, l’ennesimo, che vorrebbe stringere una morsa sempre più forte intorno alle nostre vite.
Scendiamo in strada perché sappiamo chi sono i mandanti e gli esecutori di questa miseria organizzata e imposta.
Scendiamo in strada per esprimere la nostra solidarietà e rabbia con chi si batte contro tutto ciò e per questo viene colpito, con la galera o altre misure cautelari. Come Antonio, un nostro compagno sottoposto da agosto alla Sorveglianza Speciale e che avrà un’udienza di appello il prossimo 20 dicembre.
Qui di seguito (e qui scaricabile) un primo manifesto di indizione che riassume la storia di Antonio.