Esattamente come già accaduto l’anno scorso ad altri compagni nei primi giorni del Ramadan, qualche giorno fa la polizia ha fatto irruzione a casa prelevando e arrestando l’avvocato e compagno Haitham Muhamadein. Dopo più di un giorno di sparizione forzata Haitham è stato portato in carcere per 15 giorni con l’accusa di aver fomentato le proteste conseguenti l’aumento dei biglietti della metro.
In effetti, nelle giornate tra il 12 e il 14 maggio scorse, la decisione di aumentare il prezzo dei biglietti della metropolitana dal Cairo da 2 a 3/7 lire egiziane, a seconda del numero delle fermate, aveva fatto scoppiare numerose proteste spontanee di cittadinx esasperatx dalle politiche economiche e repressive del regime di al-Sisi. La svalutazione monetaria, le privatizzazioni e le politiche di rigore economiche imposte dal Fondo monetario internazionale, a cui si aggiunge la corruzione e il clientelismo del regime poliziesco dei militari, hanno fatto sprofondare il paese in una crisi senza via d’uscita. Aumentano le diseguaglianze sociali ma aumenta soprattutto la povertà di una gran parte della popolazione che campava con i pochi sussidi di stato e del lavoro giornaliero. Il tutto coadiuvato da una repressione brutale del dissenso che non si è limitata a colpire solo le opposizioni politiche ma ha riguardato tutta la popolazione, in forme sempre più arbitrarie e dure.
Così quando uomini e soprattutto donne pendolari hanno cominciato a saltare i tornelli o a protestare a gran voce gridando slogan contro il regime e il dittatore presidente, specialmente nelle stazioni popolari più lontane dal centro città, il Ministero degli Interni ha deciso di schierare la polizia e di aggredire i/le manifestanti. Non si sa quante persone siano state arrestate. Come prassi non esistono cifre ufficiali. Di sicuro decine e decine. Secondo il giornale Mada Masr potrebbero essere almeno 80. Qualche manifestante ha chiamato al boicottaggio della metro, altri allo sciopero ma di questi tempi è difficile che si riesca a generare un movimento di protesta di massa. E non solo per l’arrivo del Ramadan quanto per il fatto che la popolazione è davvero distrutta dalla crisi economica e dalla barbarie che da anni ha trasformato il paese in un carcere pieno di abusi e torture. Altri aumenti sono previsti comunque dopo le festività: luce, gas, acqua, alcool, sigarette e soprattutto benzina. Continua a leggere