Nuovo accordo di riammissione per la Fortezza Europa: dopo Marocco e Tunisia, è la volta della Turchia

Sarà molto più facile per le polizie di frontiera eseguire respingimenti sommarii e espulsioni collettive verso i paesi di transito. In questi giorni infatti il parlamento Europeo ha espresso un voto positivo sull’accordo di riammissione con la Turchia: d’ora in avanti i migranti entrati senza documenti nell’unione europea attraversando la frontiera con la Turchia saranno riaccettati da questo paese se espulsi dall’Europa. Inoltre saranno rafforzati i controlli della frontiera da parte turca. Fonte Osservatorio Balcani Caucaso

Grazie a questi accordi si rafforza ulteriormente il dispositivo di “sicurezza” della Fortezza Europa che, non dimentichiamo, ha già portato alla costruzione dell’infame “muro” di oltre 12 km al confine tra Grecia e Turchia, pagato sì dai greci ma assolutamente mai messo in discussione dall’UE.  (leggi qui)

Inoltre – dopo gli accordi di riammissione del 2011 con i quali la Tunisia si impegnava a rafforzare i controlli sulle partenze e ad accettare il rimpatrio diretto per i nuovi arrivi in Italia (leggi qui) – durante la sua visita di ieri 4 marzo Matteo Renzi ha ribadito cosa intende il governo italiano quando parla di “solidarietà mediterranea”: pattugliamenti congiunti per facilitare i respingimenti collettivi, lasciando il lavoro sporco ai tunisini che per farlo utilizzano le motovedette regalate dal nostro paese (leggi qui). Fonte diritti e frontiere

Ricordiamo che gli accordi di riammissione hanno come diretta conseguenza “l’industrializzazione” delle espulsioni perché facilitano i rinvii e permettono di esercitare solo a posteriori un controllo circa la violazione dei diritti umani dei migranti: molto spesso, come è noto, vengono rinviati potenziali richiedenti asilo, mentre altre persone vengono respinte in paesi che neppire sono quelli di provenienza.

Alla luce di tutto questo non ci stupisce che, anche grazie all’intervento del console, si stiano veloccizando i tempi per le deportazioni dal lager di Ponte Galeria alla Tunisia.

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