Fonte: Getting the Voice Out
Il 14 e 15 ottobre, ci sono state due deportazioni organizzate da Frontex, verso la Nigeria: un volo da Amsterdam, coordinato dai Paesi Bassi, con 28 deportati da paesi diversi, con uno scalo a Madrid, il secondo da Roma, coordinato dall’Italia, con 48 deportati. Qui una tabella “ufficiale”.
L’appello a manifestare a Roma contro le espulsioni. Il resoconto del presidio e delle espulsioni dal Cie di Ponte Galeria qui.
Questo volo riguardava cinque nigeriani trattenuti in Belgio. Non è stato facile capire l’itinerario del volo dei nostri due testimoni. Uno è stato bendato e ammanettato durante i vari trasferimenti, l’altro ignorava totalmente dove il furgone con i vetri oscurati lo stesse portando. Il segreto era estremamente ben custodito e ci sono state anche comunicate false informazioni! C’era anche una certa confusione perché pensavamo che ci sarebbe stato solo un volo e avevamo avvertito i nostri amici a Roma. Alla fine hanno avuto luogo due deportazioni collettive.
Testimonianza di un uomo che è stato deportato su un volo Frontex dal Belgio verso la Nigeria.
“Lunedi verso le 03:30 sono arrivati gli assistenti sociali del centro di detenzione, mi hanno detto di preparare i bagagli in vista del trasferimento in un altro centro a Merksplas e che probabilmente il mio volo di deportazione sarebbe dovuto partire la notte dell’indomani, 13 ottobre 2015. Quando mi hanno portato al centro di Merksplas, martedi 13, mi hanno detto di togliermi tutti i vestiti e denudarmi completamente,. Allora ho fatto una domanda sul perché mi stavano facendo questo, ma non erano in grado di rispondermi, poi l’uomo addetto alla sicurezza mi ha detto “lo facciamo a tutti gli immigrati che non hanno documenti” e infine mi hanno dato un piccolo pantaloncino bianco da indossare. Prima che mi rinchiudessero avevo chiesto di poter fare almeno una doccia ma mi hanno risposto che qui la doccia non è permessa. E nessuno poteva più venire a farmi visita, ai miei due amici della mia chiesa che erano venuti per incontrarmi non è stato permesso di vedermi. Era orribile. Quello che mi hanno fatto è contro i diritti umani e contro Dio e contro l’umanità.”
“Durante le due notti prima di portarmi in Nigeria non ho potuto fare la doccia. E mi hanno detto che era permesso fare solo due telefonate al giorno. Mi hanno sequestrato ogni cosa, compreso il telefono cellulare, ero completamente disorganizzato e stanco. Non avevo il permesso di incontrare più nessuno.
Solo un uomo della sicurezza, che era cristiano, è venuto da me e ha pregato per me e mi ha incoraggiato a mantenere la mia fede non importa cosa accadesse.
Il 13 ottobre, verso le 17 gli uomini della sicurezza e la polizia sono venuti a prendermi, mi è stato vietato di parlare, mi hanno trascinano di nuovo su e giù e mi hanno gettato sul pavimento con le mani dietro la schiena, e mi hanno colpito in testa e alle gambe , dove ho sentito molto dolore perchè avevo già delle ferite procuratemi quando ero arrivato nel paese. Alle 17,30 è arrivato un bus con vetri scuri e nessuno poteva vedere dentro, mi hanno trascinato e spinto dentro il bus come fossi un animale, non hanno mai permesso di camminare da solo all’interno del bus. Dalle 17 sono rimasto ammanettato anche dentro il bus diretto all’aeroporto di Rotterdam in Olanda. Era un dolore incredibile e mortale che non ho mai visto o sperimentato nel corso della mia vita. E non ero mai stato in prigione in vita mia.
Prima che il volo arrivasse si erano fatte le 22,30 ed ero ancora ammanettato. Abbiamo fatto il check-in e il volo è partito verso le 23,15. C’erano oltre 100 militari più la scorta della Polizia: Monitoring team leader, Monitor team, Observator leader, Observator team leader, Officer in Command, Backup leader, Backup team leader, Officer in control team leader, Officer in control, Team leader…etc., per citarne solo alcuni. La scorta di polizia era composta da più di 50 agenti. Era come se tutti i “leader”-qualcosa europei fossero venuti a scortarci.
La persone deportate del volo provenivano da Belgio, Olanda, Svizzera, Lussemburgo, Spagna, Finlandia, Danimarca.
Questi sono i soli paesi che ricordo in base alle domande che ho fatto. Infatti hanno arrestato altre persone provenienti da tutti questi paesi e li hanno portati ad Amsterdam, compresi i bambini con problemi di handicap, persone con le famiglie e i bambini e persino persone che erano malate: a queste ultime hanno dato dei farmaci mentre eravamo in aereo perché le loro condizioni erano pessime.
Ecco, le mie mani sono rimaste ammanettate finché siamo arrivati a Madrid in Spagna dove abbiamo fatto uno scalo intorno all’una di notte.
Hanno chiesto alla donna che era il control leader (ogni scorta è composta da due uomini più il “control leader”) di slegarmi le mani ma la donna ha detto “non ancora”.
Mentre eravamo lì qualche agente ha lasciato l’aereo ed è tornato a casa. Siamo rimasti a Madrid dall’una fino alle 3:15 am.
Alle 3:30 il volo è ripartito. Sono passati 20 minuti prima di togliere le manette, è stata una notte d’ incubo e terribile che non dimenticherò mai nella mia vita. Ringrazio Dio per avermi dato la forza e avermi riempito di energia e coraggio. Non riuscivo più a piangere più e non avevo più lacrime agli occhi a causa del dolore ero completamente prosciugato.
Sono arrivato in Nigeria alle 8 e qualcosa del mattino. La polizia e l’esercito mi hanno controllato e chiesto “hai rubato? hai trasportato droga?” Ho risposto di no e hanno preso le mie impronte digitali. Mi hanno detto di andarmene perché io non sono un criminale “.