Egitto – Secondo comunicato delle detenute in sciopero della fame nel carcere di Al-Qanater

sciopero-fame Aggiornamento del 5 agosto
E’ giunto all’undicesimo giorno lo sciopero della fame di 7 detenute del carcere femminile di al-Qanater, in solidarietà con la prigioniera dott.a Basma Refaat, alla quale è stato vietato di vedere famiglia e figli. Tra le ragazze c’è anche l’avvocata Mahienour al-Masry, in carcere da un anno e tre mesi, oltre al processo di Khaled Said, assassinato dalla polizia nel 2010, in cui aveva ricevuto la pena di 2 anni, ma poi era stata rilasciata dopo 6 mesi. La data di scarcerazione prevista è, infatti, l’11 agosto.
Le condizioni di salute delle detenute in sciopero sono fortemente peggiorate. Alle condizioni di detenzione già pessime per le prigioniere politiche e al forte caldo si aggiunge l’atteggiamento ostile e criminale dell’amministrazione del carcere e della polizia giudiziaria che rifiutano di prendere nota ufficialmente dello sciopero, impedendo così alle prigioniere di usufruire della reidratazione orale.
Qui di seguito la testimonianza della sorella di Mahienour che ieri ha potuto incontrarla:
“Oggi (ieri 4/08 NdT) c’è stata l’ultima visita a Mahienour, prima della data fissata per la sua uscita, l’11 agosto, se tutto va bene. Doveva essere una visita felice. Invece siamo rimaste scioccate quando abbiamo visto Mahie dimagrita in maniera terrificante rispetto all’ultima visita della settimana scorsa.
Oggi era il 10° giorno (oggi è l’11° NdT) di sciopero totale della fame totale per Mahie e altre 6 del braccio politico della prigione di al-Qanater, in solidarietà con la dott.a Basma Refaat, una compagna di cella al suo 17° ( oggi è il 18 NdT) giorno di sciopero della fame a causa del divieto, improvviso e ingiustificato, di ricevere visite dai propri familiari.
La settimana scorsa la direzione del carcere si è rifiutata di accettare la richiesta delle ragazze di registrare lo sciopero della fame in corso, impedendo così l’accesso alla reidratazione orale.
Durante tutta la settimana la dott.a Basma e le ragazze hanno tentato di incontrare l’ufficiale di polizia giudiziaria della prigione di al-Qanater per informarlo dell’impedimento di registrare il loro sciopero e per avere spiegazioni sui motivi del divieto di Basma di vedere i propri figli piccoli. Fino ad ora, però, nessuno le ha ricevute e nessuno ha voluto parlare con loro, nonostante le reiterate richieste di incontrare il capo della polizia giudiziaria.
Il 31 luglio scorso decidemmo con l’aiuto dell’amico avvocato Mahmoud Bilal di presentare una segnalazione ufficiale presso la procura di al-Qanater sullo sciopero di Mahienour, in cui si denunciava il rifiuto della prigione di garantire i loro diritti fondamentali e di prendere atto del loro sciopero.
Lo Stato di salute delle ragazze è in continuo peggioramento, soprattutto a causa del caldo e del divieto di ricevere la reidratazione orale, ma nessuno si preoccupa, né si interessa.
La gente è sottoposta al carcere e a vessazioni senza aver commesso alcuna colpa. La detenzione da sola non basta e vengono private e privati dei diritti più elementari come quello di vedere famiglia e figli un’ora ogni 15 giorni. Li lasciano morire senza notificare il loro sciopero, né occuparsi del loro stato di salute.
Mahie ci ha chiesto di parlare del loro sciopero e delle condizioni di salute della dott. Basma Refaat perché è l’unico mezzo per far uscire le loro voci fuori dalle carceri.

Solidarietà con lo sciopero di al-Qanater!
#‏ادعم_اضراب_القناطر
Libertà per tutti e tutte!!!

È arrivato al 7° giorno lo sciopero della fame di sette detenute della prigione femminile di al-Qanater tra cui anche l’avvocata, attivista e compagna Mahienour al-Masry. Chiedono lo sblocco delle visite nel carcere e scioperano in solidarietà con una loro compagna prigioniera, la dott.a Bassma Refaat, malata di cuore, a cui è stata negata la visita dei figli.
Nel momento in cui l’Egitto sta attraversando una crisi economica e sociale senza precedenti, che mette in seria difficoltà la tenuta del regime e soprattutto del dittatore al-Sisi, vengono inasprite le condizioni di detenzione nelle carceri.
Una protesta è scoppiata anche nel carcere maschile di Wadi Natrun. I detenuti si son rifiutati di ricevere i pasti. Le cause sono, ancora una volta, la mancanza di diritti e il peggioramento delle condizioni di vita. L’amministrazione del carcere aveva ridotto l’ora d’aria da 3 a 2 ore (le temperature in Egitto sono superiori ai 40 gradi) nel corridoio e aveva inasprito le misure contro i prigionieri politici. A loro è vietato ricevere i beni di prima necessità dall’esterno. Sono vietati la frutta, i dolci e tutti i tipi di cibi non cotti. Sono vietati prodotti per l’igiene come spazzolini da denti, spugne o sapone per le mani, e poi anche libri, riviste, fogli e persino penne. Inoltre è vietato anche l’ingresso di scatolame, biscotti e altri prodotti cosicché i detenuti sono costretti ad acquistarli nello spaccio del carcere a prezzi due o tre volte più elevati. Per questo i detenuti hanno protestato. La risposta dell’amministrazione, però, è stata durissima. I detenuti sono stati picchiati, insultati, condotti in isolamento. Infine gli è stato vietato di ricevere visite per almeno 15 giorni.
Nella stessa prigione, un altro detenuto, Abd el-Rahman Mokka, è al suo settimo giorno di sciopero della fame finché le sue disumane condizioni di prigionia non cambieranno. Chiede di riuscire a dormire e a respirare.
Continua anche lo sciopero di tre arrestati per le proteste seguite alla cessione delle isole di Tiran e Sanafir: Mohamed Abu Daud, Mahmoud Hisham e Abd al-rahman Hamza fanno pressione per avere il loro processo e la loro libertà.

Qui di seguito pubblichiamo la traduzione del comunicato n° 2 delle detenute di al-Qanater.
Qui, invece, trovate il primo comunicato.

‫#‏ادعم_اضراب_القناطر

Sosteniamo gli scioperi delle/dei detenute/i.

# Comunicato n° 2

Noi in sciopero della fame dichiariamo di continuare il nostro sciopero nel carcere di Al-Qanater finchè il tribunale non deciderà di consentire la riapertura delle visite.
Nonostante il deterioramento dello stato di salute di alcune, tra cui la Dr.a Basma, che ha anche effettuato una visita al cuore, l’amministarzione penitenziaria del carcere si è rifiutata di mettere a verbale il nostro sciopero della fame e questo ci fa chiedere:
è negligenza o sono ordini dei servizi di sicurezza dello Stato?
Vista la paura che hanno di noi e l’intervento dei servizi di sicurezza dello Stato nell’impedire di prendere una decisione, continuiamo il nostro sciopero, insistendo fino alla fine nelle nostre richieste.
Lo facciamo per ricordare a chi ha una coscienza che l’imputato è innocente fino a prova contraria e che anche le/gli oppresse/i hanno dei diritti che devono essere presi in considerazione.
La Dr.a Basma di punto in bianco si è ritrovata accusata insieme a suo marito in un grande processo, privati entrambi di vedere i loro bambini piccoli, di cui nessuno si occupa.
Alzate la voce della coscienza e della giustizia per tutte le voci vittime di ingiustizia.
#sciopero-detenute-politiche-Al-qanater

#Supporta-sciopero-Al-qanater

Libertà per tutte e tutti!!

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