Nell’Italia chiusa dal lockdown in seguito alla pandemia causata dal covid-19, è particolarmente difficile la situazione di chi è costretto a vivere nei ghetti e nei campi di stato, come la tendopoli di San Ferdinando in provincia di Reggio Calabria.
Il 1° aprile un gruppo di abitanti della tendopoli ha protestato contro l’intenzione di Regione Calabria,Caritas e Protezione Civile di allestire presso la tendopoli una cucina da campo per la somministrazione di pasti.
La protesta come al solito è stata pesantemente criminalizzata da politici locali, sindacati e media, come ogni volta che gli e le sfruttatx hanno provato a far sentire la propria voce e lottare per i propri bisogni.
Per il Sindaco “Si è assistito, infatti, da parte di un gruppo di facinorosi, a un incomprensibile e inatteso rifiuto del servizio di mensa, accompagnato da atteggiamenti minacciosi e provocatori che invece di essere circoscritti e neutralizzati, venivano tollerati da una maggioranza silenziosa e passiva.
Sarà necessario avviare una riflessione su quanto è accaduto, senza negare la gravità di comportamenti a cui è doveroso reagire con fermezza ma determinati a evitare qualunque demonizzazione sommaria”
Per Rosi Perrone – Segretario generale Cisl Reggio Calabria “I fatti di San Ferdinando non vanno derubricati con leggerezza e con filosofia. Vanno condannati perché ogni protesta dai connotati violenti non può trovare alcuna giustificazione.”
Il vicepresidente della Regione Calabria, Nino Spirlì aveva dichiarato “Sono sconcertato, addolorato e intristito. È inaccettabile che i migranti rifiutino il cibo con la violenza, mentre migliaia di calabresi, che noi stiamo comunque aiutando, non hanno nemmeno un euro per entrare nei supermercati.”
15 giorni dopo, il Sindaco di San Ferdinando Andrea Tripodi ha disposto ben 25 daspo urbani e l’allontanamento dalla tendopoli delle persone che avevano protestato, segnalate dalla cooperativa Exodus che gestisce la tendopoli e dalla polizia, per violazione del regolamento e “comportamenti gravi e non compatibili con la permanenza nel campo”. Nell’ultimo anno sono stati 40 i Daspo emessi dal Comune di San Ferdinando.
Solo attraverso il Comitato lavoratori delle campagne, Radio Onda Rossa e Radio Blackout, si sono potute ascoltare le parole di chi vive nella tendopoli che spiegavano le vere ragioni della protesta.
“Adesso il loro obiettivo è che nessuno della tendopoli possa uscire per andare a Rosarno per comprare la spesa. Attualmente ci sono carabinieri e polizia sulla strada per Rosarno. La Caritas è venuta a portare i pasti cucinati da loro, ma da anni i ragazzi della tendopoli stanno dicendo che vogliono che nessuno cucini al posto loro. Già la polizia sta impedendo alle persone di uscire dalla tendopoli. Perché queste provocazioni? Volevamo andare al Comune di San Ferdinando a dire al Sindaco “Basta con questa vergogna” perché da anni le persone dicono che non vogliono questo, che vogliono essere trattate come le persone normali, perché dall’inizio di questa emergenza nessuno è venuto per chiedere come va la situazione, come state. I Carabinieri hanno detto che se andavamo al Comune di San Ferdinando ci facevano una multa di 5/600 €. È dal 2018 che la nuova tendopoli è militarizzata, il controllo aumenta ogni anno. Attualmente ci sono due furgoni dei carabinieri, 4 macchine della polizia e due della guardia di finanza, nessuno può uscire o entrare nella tendopoli senza essere stato controllato. Il problema è che loro non danno nessuna informazione, non ci dicono cosa possiamo o non possiamo fare, in questo modo le persone potrebbero capire, e invece non spiegano niente e se qualcuno esce gli fanno un verbale e una multa. Ci sono altri ghetti qui, e tutti chiamano per capire la situazione.”
e ancora…
“Lo sapete tutti, in questo momento la situazione in Italia è difficile, sia per immigrati o per italiani è difficile.
Parliamo della tendopoli perché sui giornali e su facebook abbiamo visto che il sindaco di San Ferdinando ha detto che tutto il dispositivo [sanitario] è a posto. Nella Piana di Gioia Tauro gli immigrati sono stati abbandonati durante questa emergenza perché non c’è nessun servizio sanitario, mancano le informazioni e ci sono tantissime difficoltà.
Chi dalla tendopoli vuole andare a fare la spesa a Rosarno non può farlo, possiamo andare a San Ferdinando ma tutti qui sappiamo che lì non possiamo comprare quello che ci serve. Hanno già fatto il verbale a alcune persone per non farle andare a Rosarno. Attualmente la difficoltà è anche delle persone che vivono [nei ghetti] a Russo e a Rizziconi, che devono spostarsi per fare le spese e andare a lavorare in campagna. La maggior parte non sta lavorando e quindi ci sono molte difficoltà. Non ci sono informazioni. Continua a leggere