Briançon – Martedì 17 luglio ore 8:30 presidio solidale alla Gendarmerie contro la repressione

fonte fb

LA « FRATERNITE’ » NON DEVE AVERE FRONTIERE
giriamo da Tous Migrants (https://www.facebook.com/events/637087423333905/)

Martedì 17 luglio almeno 4 persone sono convocate per una garde-à-vue alla Gendarmerie di Briançon. Il motivo: “aver aiutato l’entrata di stranieri in situazione irregolare sul territorio francese in banda organizzata”, in occasione della marcia solidale del 22 aprile 2018.
Questa convocazione collettiva s’inserisce nel contesto di un’inchiesta aperta durante il processo dei “3 di Briançon”, il cui provvedimento giudiziario è stato rimandato all’8 novembre. Fa seguito alle numerose pressioni e ai tentativi di intimidazione (convocazioni in libera audizione, pressioni telefoniche, sorveglianza dei domicili) che subiscono da mesi le persone solidali nella regione.
Dopo la recente decisione del consiglio costituzionale francese si è dichiarato che il delitto di solidarietà era “ormai stato abrogato”. In realtà, il consiglio costituzionale stabilisce il “principio di fraternità” per non penalizzare l’aiuto gratuito al “soggiorno”e alla circolazione, ma non per l’aiuto disinteressato all’entrata sul territorio.
Secondo questa decisione, applaudita dal ministro degli interni francese Gerard Colomb, la fraternità si limita dunque ai confini nazionali. Prima di portare solidarietà a qualcuno in difficoltà dovremmo chiedere i documenti? O verificare che ci troviamo dal lato giusto del cartello” Francia” o “Italia”?

Per lo stato, la solidarietà dovrebbe ridursi ad accogliere, lato francese, i/le fortunati/e vincitori della lotteria mortale della frontiera.
Secondo il discorso dello stesso ministro degli interni, le persone, portando soccorso “per caso”, sarebbero fuori rischio, finché non pongono una critica alle politiche migratorie, mentre rimangono condannabili quelle che si organizzano in solidarietà.

Rifiutiamo questa strategia di divisione. Le diverse pratiche di solidarietà rispondono tutte alla stessa necessità di far fronte alle violenza di queste politiche.

Ribadiamo che:
– I controlli alla frontiera che riguardano le persone senza documenti costringono queste stesse persone a mettere in pericolo le loro vite per evitare i blocchi. Senza questi controlli, ognuno potrebbe prendere il treno, il bus, o un blablacar per viaggiare tra Italia e Francia.
-Per applicare gli ordini della prefettura e del ministero, la polizia di frontiera organizza una vera a propria “caccia all’uomo” nei sentieri di montagna fino a provocare feriti/e e morti/e, come Blessing Matthews il 7 maggio 2018.

-Alcuni poliziotti inseguono, intrappolano, schiaffeggiano, svestono, rubano e minacciano con le proprie pistole, in tutta impunità, nell’invisibilità della montagna.

Nel frattempo, la solidarietà che rifiuta questa messa in pericolo delle persone è passibile di un’accusa di “traffico di esseri umani”, mentre invece cerca di prevenire i.rischi mortali della montagna, in accordo con le libertà fondamentali.

Queste leggi vogliono imporci di mettere delle frontiere nelle nostre pratiche. Rivendichiamo una fraternità tra tutt* gli/le individu*, ignorando i confini entro i quali vorrebbero rinchiuderci.

Chiamiamo la popolazione ad un presidio pacifico di solidarietà

Martedì 17 luglio, alle 8:30, davanti alla Gendarmerie di Briançon.
Durante la garde-à-vue creiamo degli spazi di scambio e di incontro: portate i vostri strumenti musicali, Pique-nique, materiale informativo, ecc.”

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